La Stampa 26.11.16
Un maxi esodo dal Sud agli Usa prima del muro di Trump
di Francesco Semprini
È
un vero e proprio esodo quello che si sta verificando in alcuni Paesi
dell’America centrale piegati da povertà e violenza. Un fiume di persone
in fuga dirette verso gli Stati Uniti con l’obiettivo di fare il loro
ingresso nel Paese prima che Donald Trump si insedi alla Casa Bianca, il
prossimo 20 gennaio.
È l’allarme lanciato da alcuni governi del
Centro America e che ha messo in guardia l’amministrazione di Washington
quando mancano meno di due mesi alla fine del secondo mandato di Obama.
«Temiamo il peggio – dice Maria Andrea Matamoros, ministro degli Esteri
dell’Honduras. – Stiamo assistendo a un rapido e continuo incremento
dei flussi di persone che lasciano il nostro Paese, imbeccati dai
“coyotes”». Il termine in gergo indica i criminali che gestiscono il
traffico di essere umani, i quali fanno pesanti pressioni sui migranti
spiegando loro di dover arrivare in Usa prima che Trump inizi a
governare. Il timore è infatti che il 45° presidente Usa alzi il famoso
muro al confine col Messico per rendere arduo l’accesso illegale nel
Paese, oltre alla stretta sul trattamento dei clandestini e l’inizio (o
meglio il proseguimento) delle deportazioni. Anche Raul Morales,
ministro degli Esteri del Guatemala, si è detto assai preoccupato: «I
“coyotes” approfittano della disperazione dei nostri concittadini e si
impossessano delle loro proprietà per farsi ripagare del “passaggio”
verso gli Usa.
Nel 2016 sono risultate oltre 410 mila le persone
detenute nei centri di frontiera, colte in flagrante mentre tentavano di
entrare illegalmente dai confini sud-occidentali, quelli che vanno dal
Texas a Tijuana. Si tratta del 25% in più rispetto all’anno precedente e
riguarda in particolare cittadini provenienti da Guatemala, El Salvador
e Honduras, tre tra i Paesi maggiormente colpiti da povertà e dalla
violenza delle gang. Le stesse i cui affiliati una volta superato il
confine americano si ricostruiscono in grandi metropoli Usa come Los
Angeles. Il rischio è che questi flussi aumentino ancora con l’arrivo di
Trump che ha promesso fra l’altro la deportazione di 3 milioni di
immigrati illegali colpevoli di reati gravi e traffico di stupefacenti.
Un meccanismo già oliato visto che Obama dal 2009 al 2015 ha deportato
oltre 2,5 milioni di clandestini.