La Stampa 25.11.16
Marchionne: “Sì a Renzi. Positiva la riforma, nauseato dagli insulti”
di Paolo Baroni
«Se
vincono i No? Il mercato saprà adeguarsi» risponde Sergio Marchionne a
chi gli chiede cosa accadrà dopo il 4 dicembre. «E’ una situazione
gestibile - aggiunge - . Il problema è quale indicazione diamo, di un
Paese che non è disposto a cambiare». L’ad di Fca parla a Cassino, lo
stabilimento del rilancio del marchio Alfa, dove ieri si è svolta
l’assemblea annuale dell’Anfia, l’associazione delle imprese della
filiera auto. Matteo Renzi è intervenuto poco prima dal palco
scagliandosi contro «i profeti nel No, che se avessero prevalso a suo
tempo oggi in Italia non ci sarebbe più un’industria automobilistica».
Secondo il premier «l’auto è una grande metafora del Paese: non si può
vivere di nostalgia, ma occorre guardare avanti e tornare a immaginare
il futuro», alzando sempre di più la posta.
Quando a fine
mattinata l’ad di Fiat Chrysler incontra i giornalisti la politica
diventa così un tema obbligato. «Spero sinceramente che al referendum ci
sia un voto positivo», dichiara Marchionne «assolutamente nauseato
dagli insulti e dalle cose pazzesche che sento nei dibattiti. Per di più
abbiamo confuso le cose: che ci piaccia o no Renzi e la riforma
costituzionale. Renzi scade nel 2018 e ad allora potremo esprimere il
nostro punto di vista. La riforma costituzionale è un altro discorso». A
Marchionne, comunque, «dispiacerebbe enormemente se ci fosse un No. Non
so se dicendo questo aiuto o meno Renzi. La riforma non è perfetta, si
può sempre migliorare, ma qualcosa bisogna pur fare». Vada come vada
l’ad di Fca «apprezza molto Renzi: con tutti gli insulti e le sberle che
sta prendendo sta comunque andando avanti. E per questo lo stimo».