lunedì 21 novembre 2016

La Stampa 21.11.16
Merkel contro le spinte nazionaliste
“Mi ricandido per scongiurare l’odio”
La cancelliera correrà per la quarta volta e sfida i populisti: non sono la risposta Ma ammette la difficoltà della scelta: “L’impresa più difficile dopo la riunificazione”
di Alessandro Alviani

Il «momento opportuno» è scoccato poco dopo le 19 di una grigia domenica di novembre a Berlino: dopo aver dribblato per mesi le domande sulla sua ricandidatura a cancelliera, chiarendo che avrebbe risposto solo al «momento opportuno», Angela Merkel ha annunciato che correrà per un quarto mandato alle elezioni in programma in Germania fra dieci mesi. «Ci ho riflettuto infinitamente a lungo, dopo undici anni al governo la decisione a favore di una quarta candidatura è tutt’altro che banale per il Paese, per il partito e per me stessa», ha spiegato dalla Konrad-Adenauer-Haus, la sede della Cdu.
«In tempi difficili e incerti» come questi le persone non capirebbero se decidessi di non far valere la mia esperienza e le mie doti per continuare a servire la Germania, ha notato, leggendo dai suoi appunti. «Queste elezioni saranno difficili come nessun’altra dalla riunificazione tedesca», avremo a che fare con affondi da destra e sinistra come mai prima d’ora e con una forte polarizzazione della società, per cui la campagna elettorale sarà molto diversa dalle precedenti. E poi un appello a confrontarsi democraticamente, «non a odiarsi»: «Il mio obiettivo in politica è lavorare per garantire la coesione del Paese».
Merkel, che al congresso Cdu di inizio dicembre si ricandiderà anche a leader del partito, ha chiarito di voler correre per un’intera legislatura. Se venisse rieletta supererebbe Konrad Adenauer, che ha governato per 12 anni, e potrebbe eguagliare il record di 16 anni detenuto da Helmut Kohl. La maggioranza dei tedeschi appoggia la sua decisione: il 55% si augura un quarto mandato, il 39% è contrario, ha rivelato un sondaggio della «Bild am Sonntag». Ad agosto il quadro era invertito: i favorevoli erano il 42%, i contrari il 50.
Una vera alternativa a una quarta candidatura, per Merkel, non esisteva. Da un lato mancano nella Cdu candidati che possano sostituirla. Dall’altro il difficile quadro internazionale, con le incertezze legate alla futura amministrazione Trump e col riemergere di tendenze protezionistiche e nazionalistiche, avrebbe fatto apparire una sua uscita di scena come un’inspiegabile fuga. La vittoria di Trump l’ha di fatto spinta ad anticipare il suo annuncio, che era atteso finora al congresso della Cdu. Il risvolto della medaglia è che su di lei si concentrano ora aspettative enormi: Merkel come ultimo baluardo dell’Occidente. Un ruolo che non le piace: tutto ciò che viene collegato alla mia persona soprattutto dopo le elezioni statunitensi «mi onora, ma lo percepisco come grottesco e assurdo: nessuno, da solo, neanche con un’enorme esperienza, può cambiare in meglio le cose in Germania, in Europa e nel mondo, tanto meno una cancelliera tedesca».
In attesa di capire chi la sfiderà nell’autunno 2017 – la Spd appare divisa tra chi vorrebbe schierare il leader Sigmar Gabriel e chi preferirebbe il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz – la Cdu ha già iniziato a elaborare i primi punti programmatici per il voto. In un documento discusso ieri dai vertici e che verrà presentato al congresso si parla di sgravi fiscali soprattutto a favore delle famiglie e delle persone coi redditi medio-bassi, di investimenti infrastrutturali e di un aumento delle spese per Esteri e Difesa. La Cdu promette all’occorrenza nuove misure sul fronte dei migranti per evitare che si ripeta una crisi come quella del 2015. Un segnale alla Csu: nei prossimi mesi la Merkel dovrà ricucire lo strappo coi cristiano-sociali bavaresi apertosi proprio sui profughi. Il populismo, l’isolamento e il protezionismo non sono una risposta ai problemi, chiarisce la Cdu, che vuole riconquistare i voti dei «perdenti della modernizzazione» e dei tedeschi che oggi «cercano rifugio tra i partiti populisti di sinistra e di destra». Come la AfD, che ieri ha nominato la sua leader, Frauke Petry, come candidata per un mandato diretto al Bundestag in un collegio della Sassonia che dal 2002 è in mano proprio a un politico della Cdu.