lunedì 21 novembre 2016

La Stampa 21.11.16
Se vince il Sì

È caos (Stefano Parisi, FI). Si soddisfano le esigenze di lobby occulte anche criminali (Antonio Ingroia, Azione civile) La politica manterrà le sue promesse (Ettore Rosato, Pd). L’Italia aiuta le sue imprese (Paolo Gentiloni, ministro). Migliora anche la mia città (Dario Nardella, sindaco di Firenze). Si ridà un futuro al Sud (Stefania Covello, Pd). Si aprono le porte alle grandi speculazioni straniere (Danilo Toninelli, M5s). Si va contro i sardi (Ugo Cappellacci, FI). Ci sarà un fondo di 500 milioni per le nuove povertà (Matteo Renzi, premier). Si rischia di tornare al ventennio fascista (Roberto Calderoli, Lega). La sanità non può che migliorare (Beatrice Lorenzin, ministro). Daremo ai malati di cancro cure migliori (Maria Elena Boschi, ministro). Le conseguenze ambientali sarebbero gravi (Angelo Bonelli, Verdi). Vuol dire tagliare gli stipendi di lusso (Matteo Renzi). Si attua il Piano rinascita di Licio Gelli (Beppe Grillo, M5s). Il voto degli italiani all’estero sarà più rilevante (Fabio Porta, Pd). Il nuovo Senato bloccherà i provvedimenti dei cinque stelle (Luigi Di Maio, M5s). Questo clima può trasformarsi in violenza (Danilo Toninelli). L’economia andrà meglio e ci sarà più lavoro (Pier Carlo Padoan, ministro). La democrazia è in pericolo (Luigi De Magistris, sindaco di Napoli). Nascerebbe il Pdr, il partito di Renzi (Massimo D’Alema, Pd). Si mandano a casa i dinosauri della politica (Dario Nardella). In costituzione ci sarà l’equilibrio di genere (Maria Elena Boschi). Assistiamo a un colpo di Stato (Roberto Calderoli). È finita la stagione degli inciuci (Matteo Renzi). Farà con meno violenza, meno arresti, meno morti, quello che han già fatto Mussolini, Franco, Salazar, Ceausescu, Erdogan (Maurizio Bianconi, Conservatori e riformisti). L’Italia sarà più simile all’Ungheria (Ferdinando Imposimato)