La Stampa 20.11.16
Consob all’attacco di Etruria
Presto sanzioni per gli ex vertici
Dopo tre anni l’Authority si muove sui bond subordinati e azzerati della banca
di Gianluca Paolucci
A
distanza di tre anni dai fatti, la Consob muove contro i vecchi vertici
di Banca Etruria per la vicenda delle obbligazioni subordinate piazzate
allo sportello e azzerate con il decreto di un anno fa. Sono 35 gli ex
amministratori, manager e componenti del collegio sindacale della
vecchia Banca Etruria (più la vecchia banca adesso in liquidazione) ad
aver ricevuto nei giorni scorsi la lettera con la quale la Commissione
guidata da Giuseppe Vegas comunica l’avviso del procedimento
sanzionatorio.
A rischio multa
Tra i soggetti che potrebbero
essere sanzionati figurano gli ex presidente Giuseppe Fornasari e
Lorenzo Rosi e l’ex vicepresidente (fino al 2014 consigliere) Pier Luigi
Boschi, padre del ministro Maria Elena Boschi.
Tra i destinatari
del procedimento anche Massimo Tezzon, ex direttore generale della
stessa Consob diventato poi presidente del collegio sindacale di Etruria
e Claudio Salini, fino al 2013 responsabile della divisione mercati
della Commissione e cooptato in cda nel 2014. Le contestazioni
riguardano le modalità del collocamento e la profilatura dei rischi
delle obbligazioni subordinate. In particolare le ultime due, emesse nel
giugno e nell’ottobre del 2013 per un ammontare complessivo di 110
milioni di euro. Le due obbligazioni sono state emesse con rendimenti
assolutamente sproporzionati rispetto al rischio - la seconda poco sopra
il rendimento del Btp di pari durata, la prima addirittura con un
rendimento più basso - e sono servite per rinforzare il patrimonio
dell’istituto, già allora in grave difficoltà e commissariato poi nel
febbraio del 2015. Ad acquistare, per oltre 97% dell’ammontare della
prima da 60 milioni e per il 99,1% la seconda da 50 milioni, privati e
famiglie che hanno comprato i titoli allo sportello dell’istituto.
Le contestazioni
Secondo
la Consob, «la mappatura dei titoli dell’intermediario è avvenuta in
assenza delle revisioni e delle opportune valutazione qualitative alla
luce dei segnali ben presenti agli organi di vertice della banca in
ordine al progressivo deterioramento della situazione aziendale», è
scritto nella lettera di contestazione di 25 pagine. «Ciò ha impedito -
prosegue la lettera - *ab origine* il funzionamento dei presidi (...)
che la banca aveva introdotto per le valutazioni di adeguatezza della
clientela».
La lettera di contestazione segna la fine della fase
di accertamento e l’avvio della procedura sanzionatoria, che dovrà
terminare entro 210 giorni. Le contestazioni più gravi sono mosse al
consiglio guidato da Fornasari, in carica fino al maggio del 2014. Al
consiglio successivo viene contestato di non aver modificato il profilo
di rischio per tenere conto del peggioramento della situazione
dell’istituto. L’accertamento della Consob - il primo del quale si abbia
notizia su Etruria - è partito solo nei mesi scorsi, ben dopo i fatti e
a distanza di almeno sei mesi dalla risoluzione, che il 22 novembre di
un anno fa ha azzerato le subordinate . Una nota a piè di pagina spiega
che la Consob «solo con nota del 12 maggio 2016» sono stati trasmessi da
Banca Etruria la nota di Bankitalia del 24 luglio 2012 (con la quale il
governatore Ignazio Visco avvisava i vertici del deterioramento della
situazione dell’istituto chiedendo azioni incisive) e gli esiti
dell’ispezione del 2013, arrivata a dicembre di quell’anno.