La Stampa 1.11.16
Il Marocco scende in piazza
“Stop alle violenze della polizia”
Le proteste per la morte di un venditore ambulante rievocano le primavere arabe
di Karima Moual
La
fine di Fikri Mouhcine Fikri, venditore ambulante è morto in un camion
della nettezza urbana mentre cercava di salvare la sua merce sequestrata
dalla polizia. Era dal 2011 che in Marocco non si assisteva a
manifestazioni di massa
«Than Mou», tritalo. La frase
viene gridata con rabbia da una bocca all’altra nelle piazze del
Marocco. Centinaia di migliaia di persone si sono riversate in strada
per protestare contro la fine atroce di Mouhcine Fikri, venditore
ambulante di 31 anni, schiacciato, quasi tritato e infine ucciso da un
camion della nettezza urbana mentre cercava di salvare la sua merce,
cassette di pesce spada, sequestrata dalla polizia. Era dal 2011, anno
delle primavere arabe, che in Marocco non si assisteva a manifestazioni
di massa.
Venerdì scorso a El Hoceima, centro balneare sul
Mediterraneo, tra Tangeri e Melilla, Mouhcine Fikri viene sorpreso sul
ciglio della strada a vendere pesce spada, la cui pesca è vietata in
questo periodo dell’anno. La polizia sequestra tutta la merce. è allora
che Mouhcine sale sul camion della spazzatura con altri pescivendoli per
protestare contro la confisca e cercare di recuperare la merce. Quel
pesce che ha visto buttare nella spazzatura era l’unico mezzo per
mantenere la famiglia. Il compattatore parte e inghiottisce il corpo del
giovane. Qualcuno filma la scena e le immagini di quel corpo straziato
diventano virale. È la «hogra», denunciano, quell’arroganza del potere
che schiaccia i più deboli. Il tam tam vola veloce e domenica, giorno
dei funerali, al grido di «Siamo tutti Fikri», la società civile scende
in piazza.
In Marocco i conflitti, spesso violenti, tra autorità e
venditori ambulanti sono pressochè quotidiani, ma il caso di Mouhcine è
stato uno choc per tutto il Paese, diventando un caso nazionale che ha
suscitato indignazione e manifestazioni di protesta che hanno costretto
Mohammed VI a inviare il suo ministro degli Interni a presentare le
condoglianze e a promettere di punire i responsabili.
Ma quello
che conta, nella drammaticità dell’episodio, è anche il luogo in cui è
accaduto: il Rif ha una sua specificità etnica, sociale, economica e
storica. La regione a Nord del Marocco, che arriva sino alla frontiera
algerina, è abitata in maggioranza da Amazigh, le popolazioni berbere. E
il caso di Fikri ha riaperto ferite non del tutto rimarginate. Nella
città portuale di Al Huceima, il giovane trentunenne è diventato il
simbolo di tutti i soprusi da parte delle autorità nei confronti dei
marocchini, la cosiddetta «Hogra», una piaga ancora persistente che si
macchia di abusi di potere, violenze e tangenti e che estende la sua
ombra su tutto il Marocco.
Al Huceima è sempre stata un focolaio
delle rivendicazioni culturali, politiche ed economiche di una
popolazione che si sente marginalizzata, se non penalizzata, dalla
diffidenza del potere centrale. Quest’ultimo ha sempre visto nei Riafa
gli eredi dell’eroe berbero Abdelkrim Al Khattabi che negli Anni 30
aveva combattuto francesi e spagnoli e creato una specie di Repubblica
assai autonoma e piuttosto ostile alla monarchia. Il Rif, nelle maggiori
guide turistiche non è certamente tra le mete preferite, e lo si
capisce quando si passa per Ketama, nel suo entroterra più profondo.
Ettari di coltivazioni di cannabis, traffico di droga e una polizia
quasi assente se non spesso connivente.
La storia di Mouhcine
Fikri non è quella del tunisino Bouazizi, perché oltre le similitudini
immediate di una vita bruciata a causa dei soprusi delle autorità e
dalla marginalizzazione, presenta differenze enormi. Le masse che sono
scese per strada in molte città del Marocco, chiedono sì giustizia,
equità e maggiori garanzie del diritto, ma non mettono in dubbio il
fulcro del potere in Marocco. A differenza della Tunisia nessuno ha
chiesto a Mohamed VI «Irhal» (Via). Il monarca in vista anche dei grandi
eventi internazionali alle porte, come quello di Cop22 a Marrakech, e
le sfide ancora da onorare (il governo deve ancora costituirsi dopo la
tornata elettorale) ha agito subito, capendo perfettamente la
pericolosità del momento.