La Stampa 19.11.16
Sarkò a Nizza per insidiare Juppé
Nasce l’asse con il Front National
L’ex presidente alla Promenade des Anglais: “È qui la vera Francia”
Il partito di Le Pen: “Se il candidato è lui, Marine va all’Eliseo”
di Paolo Crecchi
Comunque
vada a finire ha ragione Nicolas Sarkozy, «Ici, c’est la France!», la
Francia è qui, la Francia è questa. Un Paese insanguinato dal terrorismo
e tramortito dalla crisi economica, alla disperata ricerca di un leader
dopo il fallimento di Hollande. Domani gli elettori dovranno scegliere
tra sette candidati e domenica 27 decidere al ballottaggio chi sarà
l’alfiere del centrodestra alle presidenziali 2017. Sarkozy ha lanciato
il suo guanto di sfida a Juppé, l’unico candidato che i sondaggi danno
in vantaggio rispetto all’ex inquilino dell’Eliseo, mercoledì scorso.
«Ici,
c’est la France!», ha ruggito a pochi metri dalla promenade des Anglais
dove è stato eretto un memoriale in onore delle vittime del 14 luglio.
La Francia è questa: un muraglione di pelouche, fiori, bandiere,
preghiere, dediche e messaggi di pace, ma anche schiere di passanti in
raccoglimento che ai sondaggisti confidano di essere rimasti soddisfatti
dall’elezione di Trump. E di voler votare a destra.
Quale, però?
Quella dal volto umano di Alain Juppé, il sindaco di Bordeaux restituito
candeggiato alla vita politica dopo l’esilio in Canada, oppure la
destra ringhiosa del già presidente della Repubblica Sarkozy che ha
trasformato l’Ump nei Républicains per inseguire il Front National sul
terreno dell’intransigenza?
Promenade des Anglais. Davanti
all’altare c’è il botanico in pensione Maurice Palmesi, 78 anni, vedovo
della farmacista Annette Dessay, un figlio ingegnere in America e una
cara amica rimasta uccisa «la notte della Repubblica». Dice «notte» con
intenzione e indica un galletto di carta che inalbera il motto
nazionale, liberté-egalité-fraternité: «L’Islam è d’accordo solo sulla
fratellanza. La libertà e l’uguaglianza non sa e non vuole sapere cosa
siano. Io resto una persona democratica e tollerante, ma voglio che
siano rimessi in chiaro i valori della nostra convivenza civile».
Rue
de l’hotel des Postes, uffici del Front National. Il segretario
dipartimentale Lionel Tivoli ribadisce che il suo partito non partecipa
alle primarie della destra, «ci mancherebbe», ma ammette che «gli
iscritti continuano a chiederci cosa devono fare. Li capisco, e qualcuno
sicuramente si intrufolerà. Per noi sarebbe meglio se vincesse Sarkozy,
perché al ballottaggio per l’Eliseo Marine stavolta ci va sicuro. E
voglio vedere la gauche, gli intellò, i bobo, le élites terzomondiste
compattarsi su Sarko».
Sarebbe una scelta tra due Trump. Mai come
stavolta Nizza è la Francia, con uno zoccolo frontista radicato da
sempre e accreditato, dall’ultimo sondaggio pubblicato ieri da Le Monde,
di un incremento rispetto alle europee del 2014 e alle regionali del
2015. In particolare: se Sarkozy fosse il candidato della destra, Marine
Le Pen raccoglierebbe il 29% delle intenzioni di voto, al primo turno, 7
punti in più rispetto all’ex capo di Stato. Con Juppé partirebbe da uno
svantaggio calcolabile tra i 4 e i 7 punti.
Quartiere della
Madeleine. Il centro culturale islamico è dietro un garage, al termine
di una lunga teoria di venditori di kebab. Il rettore Moustafa Klabi
dice che è stanco di questo «clima da caccia alle streghe», ma almeno
qui si respira aria di Maghreb e nessuno infastidisce i musulmani. Un
mese fa, davanti alla nuova moschea della piana del Var osteggiata per
quindici anni dallo storico ex sindaco Christian Estrosi, hanno
depositato l’ennesima testa di cinghiale. «Non si può andare avanti
così. Cos’abbiamo fatto, noi»?
Estrosi, che ora è presidente della
comunità metropolitana e poche settimane fa si è risposato in gran
segreto, appoggia ovviamente il suo mentore Sarko, sul quale secondo i
maligni sarebbe in grado di convogliare persino il voto di parecchi
immigrati: «Quelli ai quali ha procurato lavoro», sospira il consigliere
regionale del Front National, Benoit Loeuillet, «del resto lui è sempre
stato un doppiogiochista. Lo sapete che la Costa Azzurra fornisce il
10% dei 1400 islamici radicali del Paese? Chiedete a loro cos’hanno
fatto». Il consigliere è uno dei padri fondatori degli ultras del Nizza,
primo in classifica nella Ligue 1 e domani sera avversario del club più
titolato del Paese, il Saint-Étienne. «Non è un segnale anche questo?»,
sorride gentile. La France, c’est ici.