martedì 15 novembre 2016

La Stampa 15.11.16
Il Sole cambia vertici
Fossa presidente. Moscetti nuovo Ad
E Confindustria studia l’azione di responsabilità
di Francesco Spini

Al termine di un’assemblea lunga e agitata - in cui i giornalisti, tra l’altro, annunciano platealmente la proclamazione di uno sciopero - l’assemblea del Sole 24Ore elegge il nuovo cda che sostituisce quello in regime di proroga lacerato, a inizio ottobre, dalle dimissioni interne e dalle polemiche. Il nuovo presidente è Giorgio Fossa, ex numero uno di Viale dell’Astronomia. Con lui ci sono Luigi Abete, Francesca Di Girolamo, Edoardo Garrone, Luigi Gubitosi, Giuseppina Mengano Amarelli, Patrizia Elvira Micucci, Marcella Panucci, Carlo Robiglio, Livia Salvini e Massimo Tononi. Quanto all’ad, dopo l’uscita di Gabriele Del Torchio, non confermato in lista, il nuovo capo-azienda sarà Franco Moscetti, ex numero uno di Amplifon. Oggi il cda lo coopterà al posto della Di Girolamo. Toccherà a lui risolvere il rebus del quotidiano finanziario funestato da buchi in bilancio - 61,6 milioni la perdita in nove mesi, con il capitale eroso per oltre un terzo - e operazioni tutte da chiarire su cui indagano Consob e Procura della Repubblica.
All’assemblea, ieri, in rappresentanza del cda, si presentano appena in due: il vice presidente Luigi Abete, che guida l’assise al posto del presidente Carlo Robiglio, impossibilitato a intervenire, e il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci. L’associazione di Viale dell’Astronomia, nel frattempo, vuole uscire dall’angolo. «Confindustria - dice Antonio Matonti, responsabile area affari legislativi dell’associazione - ribadisce la piena fiducia nei confronti dell’operato dell’autorità di vigilanza e della magistratura». Prosegue assicurando che «le risultanze di questi accertamenti saranno attentamente valutate, anche ai fini di eventuali azioni di responsabilità».
Le vicende su cui sta indagando la Procura sono al centro di interi passaggi del lungo intervento (un’ora) in cui il presidente del collegio sindacale, Luigi Biscozzi, risponde ad alcuni esposti firmati dagli azionisti Marco Pedretti e Nicola Borzi. Per esempio, parlando della Di Source, la società britannica che avrebbe attivato e gestito abbonamenti digitali del Sole all’estero, conferma che «ha collaborato col Gruppo 24Ore dal gennaio 2013 fino ad aprile 2016» con disdetta data «nel mese di luglio», tre mesi dopo. Al momento «non si rileva che sia parte correlata» col Sole, né risultano «legami societari o rapporti di alcun tipo» con esponenti del giornale. A firmare il contratto, risponde Biscozzi a precisa domanda, è stata l’ad ai tempi in carica, ovvero Donatella Treu.
E mentre Abete prova a stemperare («Se qui si è sbagliato questi temi non saranno dimenticati, ma dobbiamo guardare al futuro, altrimenti andiamo a sbattere») esplode la rabbia dei giornalisti, soprattutto dopo le parole pronunciate domenica dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. «La leggerezza con cui abbiamo sentito parlare di “lacrime e sangue” non è accettabile», dice Giovanni Negri, del cdr del Sole, proclamando lo sciopero dei giornalisti. Chiede la presenza in cda (o come invitato permanente) di un rapprsentante dei giornalisti «almeno fino al ritorno dell’utile» che il piano approvato il 3 novembre prevede nel 2019. C’è chi parla di «gestione fallimentare» che però, segnala un giornalista-socio, «è stata lautamente retribuita» come quando nell’estate 2014, per esempio, il cda «trasforma in fissa la parte variabile della remunerazione dell’ad, del direttore del quotidiano e dei dirigenti con responsabilità strategica», con «un aggravio di 600 mila euro all’anno sui conti del gruppo». Il contrario di quanto «predica» Confindustria che, nel mentre, conferma la sua «responsabilità» nella scelta del cda, «nonché l’onere economico-finanziario di supportare il piano industriale».