La Stampa 12.11.16
Renzi scrive agli italiani all’estero
Le opposizioni: fatto gravissimo
Il Pd: lettere pagate da noi. FdI: chi ha dato gli indirizzi?
di Carlo Bertini
Mentre
i sondaggi fotografano che il No è tre punti avanti, con una forchetta
che si allarga, il comitato del Sì sta per partire con una nuova
campagna di affissioni: giocando su slogan più forti sui risparmi dei
costi della politica e su come possono essere reinvestiti, in sanità,
trasporti e servizi cittadini. Cifre che - a dispetto di altre stime ben
più contenute - a detta dei fautori del Sì possono toccare i 500
milioni di euro, «dobbiamo far capire che dalla riforma la gente ci
guadagna», dicono nella war room del Comitato.
È l’ultima mossa di
una strategia per recuperare terreno, mentre si levano le fiamme sul
voto degli italiani all’estero. «La riforma costituzionale è un altro
tassello per rendere più forte l’Italia», scrive Renzi nella missiva ai
residenti oltreconfine corredata di sue foto con capi di Stato e di
spiegazioni su come votare entro il primo dicembre. «Oggi siamo ad un
bivio. Possiamo tornare ad essere quelli di cui all’estero si
sghignazza, quelli che non cambiano mai, quelli famosi per
l’attaccamento alle poltrone e le azzuffate in Parlamento. Oppure
possiamo dimostrare con i fatti che finalmente qualcosa cambia e che
stiamo diventando un paese credibile e prestigioso».
L’altro
giorno è scoppiata una prima querelle sul fatto che il premier mandasse
una lettera come figura istituzionale agli italiani all’estero: quel
citare il premier Renzi da parte della Boschi, dal Pd è considerato «un
lapsus». Che ha però innescato un putiferio: la lettera è mandata da
Renzi in quanto segretario del Pd, è la risposta dei Dem. Ma la polemica
va avanti pure sulle liste elettorali all’estero. Con un attacco
durissimo di tutte le opposizioni del fronte del No, dai 5Stelle a Fdi,
passando per la Sinistra e Forza Italia, che hanno chiesto un incontro
urgente a Mattarella e Gentiloni. Sinistra Italiana con
un’interrogazione vuole sapere «chi paga e quanto costano» 4 milioni di
lettere. Fratelli d’Italia tuona con Rampelli: «Se sono pagate dal Pd,
non si capisce come il Pd abbia potuto entrare in possesso degli elenchi
degli italiani residenti all’estero, con tanto di domicilio. Chi gli ha
dato l’accesso? A quale titolo?».
Un caos a cui Renzi prova a
mettere un freno per bocca dei suoi: la lettera è firmata dal segretario
del Pd; è il Pd che se ne fa carico dal punto di vista finanziario; gli
indirizzi sono accessibili e utilizzabili da parte di tutti ai sensi
della normativa 2014 del Garante della Privacy sul «trattamento di dati
presso i partiti politici e di esonero dall’informativa per fini di
propaganda elettorale». Norma in cui si chiarisce che «possono essere
utilizzati, per finalità di propaganda elettorale e comunicazione
politica, i dati personali estratti da elenchi pubblici», come - tra gli
altri - «l’elenco provvisorio dei cittadini italiani residenti
all’estero aventi diritto al voto». Non la pensano così i grillini, a
leggere il post di Toninelli sul blog di Beppe Grillo. «Il Pd e Renzi
hanno pestato una merda enorme. La lettera di propaganda per il Sì
inviata dal premier contemporaneamente alle schede elettorali per il
voto è un fatto di gravità inaudita».