La Stampa 12.11.16
I forzati del referendum nel weekend si sfidano in 200 incontri pubblici
I faccia a faccia tra costituzionalisti aumentano in tutta Italia
di Giuseppe Salvaggiulo
«Oggi
Rocca di Papa e Marino. Domani Latina, tra lunedì e giovedì otto
dibattiti a Roma più tre appuntamenti universitari a tema, venerdì
Matera, sabato Lamezia Terme e Bari. Poi domenica a casa, sempre che mia
moglie non abbia cambiato la serratura». Il costituzionalista Alfonso
Celotto è uno degli stacanovisti del referendum. Ha già all’attivo una
trentina di dibattiti e mancano ancora tre settimane.
Non è
l’unico: le agende dei giuristi si sono improvvisamente infittite.
Nonostante la stagione insolita per una campagna elettorale, la
liquefazione dei partiti, l’overdose di talk show, i social network e la
complessità delle questioni in ballo, la sfida sul referendum del 4
dicembre registra un sorprendente picco di manifestazioni in tutta
Italia. Secondo i dati forniti dalle due piattaforme principali (Basta
un Sì e Comitato per il No), da ieri fino a domenica prossima si contano
385 incontri, di cui 198 nel weekend. Il Sì ne organizza 237, il No
148. Ma la stima, che esclude gazebo e volantinaggi, è in difetto
soprattutto per i comitati del No, parcellizzati e privi di regia.
Inoltre molti incontri sono convocati da soggetti terzi.
I giuristi più ambiti
Per
il Sì, i più gettonati sono i costituzionalisti Bifulco, Caravita di
Toritto, Ceccanti, Ciarlo, Clementi, Frosini, Guzzetta, Pinelli. Di
Carlo Fusaro, i colleghi raccontano ammirati che gira l’Italia con la
sua macchina, da Nord a Sud inerpicandosi nei paesini più sperduti.
Scene da politica Anni 50.
Per il No, tra i forzati dei dibattiti
spiccano Antonini, Azzariti, Carlassare, Dogliani, Falcone, Onida, Pace,
Pertici, Villone. Ma anche Gustavo Zagrebelsky non si risparmia: dopo
Roma e Bologna, sabato prossimo sarà alla biblioteca Einaudi di
Dogliani, nelle Langhe, contro Giuseppe Pericu, giurista ed ex sindaco
di Genova.
Lions e parrocchie
Gli inviti piovono con ogni
mezzo: mail, telefonate di amici, richieste dei comitati nazionali,
Facebook. Organizzano studenti, scout, parrocchie (molte), imprenditori,
Lions e Rotary, comunità religiose e Camere di commercio, aristocratici
e centri sociali, multinazionali e partigiani, banche e fondazioni
culturali. Nei prossimi giorni uno dei più accorsati studi legali
milanesi ha invitato i migliori clienti nella propria sede, per un
duello tra due costituzionalisti. E qualche sera fa un dibattito è stato
ospitato in un elegante appartamento privato dei Parioli, come dopocena
per una trentina di ospiti. La fatica e i costi di tanto girovagare
sono compensati da passioni civili, riscontri del pubblico, piccole
soddisfazioni e popolarità. Alla fine di un dibattito a Parma i giuristi
sono stati omaggiati di prosciutto e forme di parmigiano.
Questi
costituzionalisti on the road sono ormai una specie di compagnia di
giro. Martedì Celotto e Ceccanti discuteranno alle 18 in una sala
conferenze dietro fontana di Trevi e poi in una parrocchia del quartiere
Aurelio. Celotto e Guzzetta si sfideranno lunedì a Roma e mercoledì a
Monteporzio Catone. Sembrano Abatantuono e Bentivoglio nel film di
Salvatores «Turné». Tutti raccontano di dibattiti lunghi e combattuti
con fair play davanti a platee giovani, numerose e interessate. «A
Napoli c’erano 500 ragazzi, abbiamo dovuto aprire un’altra sala in
videoconferenza», dice Tommaso Edoardo Frosini.
«Troppi inviti»
C’è
chi preferisce le grandi città, le platee ovattate. I residence di via
del Corso, gli auditorium confindustriali, le università di Parigi e
Londra. Chi batte la provincia, le sale senza riscaldamento e con le
sedie di plastica. Fiano Romano, Scafati, Sacrofano, le parrocchie
all’Eur. «Ci sarebbe da partire col camper», scherza Celotto. «Ho dovuto
rinunciare a tanti inviti, ma non dico mai no agli studenti. Il
dibattito più divertente l’ho fatto al Mamiani, storico liceo romano di
sinistra, contro Maria Teresa Meli del Corriere della Sera».
«Troppi
inviti, mi barcameno a fatica», dice Gaetano Azzariti che ieri era con
gli scout, lunedì si dividerà tra un liceo romano e Gaeta, poi partirà
per Bergamo. «Ma mi fa piacere perché ho scoperto un’Italia curiosa e
impegnata, migliore di quella che mi aspettavo».