La Stampa 11.11.16
“Sostiene il Sì”
L’Anpi nega la tessera a Puppato (Pd)
di Lor. Got.
Espulsa
dall’Associazione nazionale partigiani perché schierata per il Sì al
referendum. È quanto accade in provincia di Treviso, nei confronti della
senatrice Pd Laura Puppato. Notizia confermata dalla stessa senatrice
dem con un post pubblicato su Facebook: «Credevo che i partigiani
avessero combattuto contro il fascismo per la libertà, invece vedo
l’Anpi manifestare a Latina assieme a Forza Nuova e viene espulso chi
esprime un’idea diversa dal vertice».
Dichiarazioni sulle quali è
intervenuto il presidente dell’Anpi di Treviso, Umberto Lorenzoni:
«Nessuno espelle nessuno, i nostri iscritti sono liberi di votare sì ma
non facciano la campagna elettorale contro il no». Aggiungendo: «Voglio
ricordare che il comitato nazionale dell’Anpi aveva sottoposto al
congresso un documento per il “No” alla riforma costituzionale e che su
347 delegati tutti hanno votato a favore, a parte tre astenuti. Questo
non vuol dire che i nostri iscritti non possano votare in modo diverso,
ma almeno abbiano il buongusto di non svolgere una campagna elettorale
contraria e di non cercare a tutti i costi di ottenere una tessera
dell’Anpi per poterla esibire negli incontri elettorali».
Questa è
infatti la critica che Umberto Lorenzoni muove alla senatrice Laura
Puppato. Tanto da averle rifiutato tessera e iscrizione già una prima
volta nella sua sezione di Montebelluna. La Puppato allora si è rivolta
ad una sezione staccata, quella di Crespano del Grappa, e l’ha ottenuta.
Quindi è arrivata la decisione di espellerla dall’Anpi.
Dal Pd
intanto giungono richieste al presidente nazionale dell’ Anpi, Carlo
Smuraglia, perché venga fatta chiarezza al più presto sull’accaduto. «La
nostra situazione è analoga - sostengono i senatori Andrea Marcucci e
Franco Mirabelli - siamo iscritti all’Anpi e anche attivamente impegnati
nella campagna elettorale per il “Sì” al referendum costituzionale del 4
dicembre, dopo aver votato in Senato per tre volte il testo del disegno
di legge costituzionale». E continuano: «Come migliaia di altre persone
attendiamo di sapere se il nostro impegno a sostegno del “Sì”, sia
improvvisamente incompatibile con la militanza orgogliosa e convinta
all’Anpi».