Il Sole 5.11.16
Roma Metropolitane verso il fallimento
Dossier
trasporti in Campidoglio. Chiuderà la stazione appaltante del Comune, a
rilevarne il ruolo potrebbe essere l’Agenzia della mobilità
Raggi e Meleo: «La Linea C andrà avanti almeno fino ai Fori-Colosseo, poi il nodo-risorse»
di Manuela Perrone
ROMA
Alt alla ricapitalizzazione di Roma Metropolitane. E prosecuzione della
linea C sicura soltanto fino alla stazione Fori Imperiali-Colosseo. Poi
si vedrà. La maggioranza pentastellata che guida la capitale ha
inaugurato ieri la scure sulle partecipate più disastrate, sotto la
regìa dell’assessore Massimo Colomban e della titolare dei Trasporti
Linda Meleo.
Il consiglio straordinario convocato ad hoc ha
approvato con 25 sì e 7 no un ordine del giorno, più volte rivisto
durante la seduta fiume, che impegna la giunta e la sindaca Virginia
Raggi a «non procedere alla ricapitalizzazione di Roma Metropolitane»,
nata nel 2005 per progettare e realizzare la rete metropolitana, dalla
linea C alle linee B1 e D, ancora agli albori. Proprio sui lavori della
linea C - piagati da ritardi, «sperperi vergognosi» e ben 46 varianti -
si sono concentrati gli strali di Raggi e Meleo. «Ci siamo trovati una
metro - ha sottolineato la sindaca - che, da un costo preventivato di 3
miliardi per 25 chilometri, è arrivata a costare 3,7 miliardi per 19
chilometri. Non solo abbiamo mangiato tutta la somma ma abbiamo speso di
più (1,7 miliardi) per due terzi del tracciato, la parte più facile,
quasi tutta in superficie. Immaginiamo il costo per la parte
successiva». Delle trenta stazioni previste, ne sono state completate 21
al costo record medio di 135 milioni a chilometro (contro i 30 di
Madrid e i 65 di Parigi). L’opera, ha assicurato Raggi, «continuerà fino
alla stazione Colosseo, magari anticipando la data di apertura del 2021
e poi si ragionerà su come proseguire». Le ha fatto eco Meleo: «Tutti i
contratti in essere saranno rispettati. Ci riserviamo del tempo per
capire se, come e con quali risorse proseguire. Convocheremo un tavolo
con ministero e Regione, co-finanziatori del progetto, per individuare
le soluzioni più idonee innanzitutto per evitare che l’Anac e la Corte
dei conti possano muovere nuovi rilievi critici». Il danno erariale
ipotizzato soltanto per la prima tratta Pantano-Centocelle è di 368
milioni.
La rivisitazione complessiva del trasporto in città sarà
comunque contenuta nel Pums, il piano urbano per la mobilità
sostenibile al quale si sta lavorando. E il ruolo di stazione appaltante
per la linea C potrebbe essere rilevato dall’Agenzia della mobilità.
L’esito del voto sull’odg, cui seguirà una delibera, è stato accolto dai
lavoratori presenti in Aula con proteste vivaci contro i Cinque Stelle.
Che hanno rifiutato la richiesta, arrivata da tutte le opposizioni, di
riscrivere l’atto (in cui non compare la parola “liquidazione”) e
trovare una formulazione diversa dallo stop alla ricapitalizzazione.
Che, secondo Pd, Fdi e Lista Marchini, significa «condannare l’azienda
al fallimento» e i suoi 172 lavoratori al «rischio altissimo» di
licenziamenti senza possibilità di essere «riassorbiti» da Roma
Capitale, come ha denunciato la capogruppo dem Michela Di Biase. Sul
futuro dei dipendenti, l’odg si limita a impegnare la giunta ad «avviare
un doveroso avvicendamento di quanti risulteranno responsabili,
nell’ottica di una piena valorizzazione del personale impiegato» e nei
limiti delle norme Madia sulle partecipate. I sindacati, dalla Cgil alla
Uil Trasporti, sono sul piede di guerra.