giovedì 3 novembre 2016

Il Sole 3.11.16
Contratti. Al comitato centrale della Fiom
Camusso sul rinnovo dei meccanici: «C’è ancora strada da fare»
di Giorgio Pogliotti

ROMA Per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici «c’è ancora della strada da fare. Strada che ha come suo centro la funzione di tutela e di aumento del salario»: questo il messaggio del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, intervenuta ieri al Comitato centrale della Fiom. La proposta presentata da Federmeccanica e Assistal lo scorso 28 settembre che ha fatto ripartire il tavolo dopo mesi di blocco, prevede - insieme al welfare aziendale -l’adeguamento dei minimi contrattuali per tutti i lavoratori, con il riconoscimento a consuntivo dell’inflazione dell’anno precedente secondo un meccanismo di decalage (nulla nel 2016 perchè secondo le imprese è già stato pagato, nel 2017 il 100% dell’inflazione consuntivata relativa al 2016; nel 2018 il 75% del 2017; nel 2019 il 50% dell’inflazione del 2018). Questo meccanismo non piace ai sindacati che chiedono il riconoscimento del 100% dell’inflazione. Ma il negoziato ha ormai assunto un valore più ampio, dopo la chiusura di questa partita, infatti, prenderà il via il confronto tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria sul nuovo modello contrattuale.
Proprio il valore simbolico di questo negoziato, con la partita che si gioca sul ruolo del contratto nazionale, spiega le ragioni dell’irrituale intervento di Camusso al comitato centrale della Fiom. «È la prima volta che rischia di determinarsi una situazione in cui il contratto nazionale non è più scontato che sia il regolatore dei rapporti di lavoro» ha aggiunto Camusso, sottolineando come «l’acquisizione del contratto nazionale è stata progressivamente smontata anche da compagni di viaggio che spingono sul secondo livello. Il contratto nazionale va difeso». Camusso non ha risparmiato una stoccata agli altri sindacati: «Per noi è fondamentale rinnovare i contratti nazionali dei lavoratori - ha aggiunto-. Per questo avevamo chiesto a Cisl e Uil di mettere in conto una mobilitazione. Ma non sentiamo entusiasmo. Continueremo a lavorarci». Il fatto che Federmeccanica non voglia un contratto separato «è un vantaggio ma anche una responsabilità», per Camusso. La novità è che dopo averlo avversato a lungo, anche la Fiom chiede l’applicazione delle regole sulla rappresentanza e democrazia sindacale contenute nel Testo unico del gennaio 2014 firmato con Confindustria. «Sarei molto contento se fossimo alla vigilia di un accordo, ma non stiamo così - ha detto il numero uno della Fiom, Maurizio Landini - ad oggi le condizioni non ci sono. A partire dal salario e non solo, c’è bisogno che Federmeccanica faccia dei cambiamenti perché il suo passo in avanti non è ancora sufficiente». Oggi è in programma un incontro tecnico, ha spiegato Landini, mentre un tavolo “politico” (a livello di segreterie) è in calendario l’8 novembre quando «si tornerà a parlare della questione del salario e si verificherà se ci sono le condizioni per andare verso una fase più stringente del negoziato o se permangono punti di diversità». Si continuerà il 10 e l’11 novembre si farà il punto della situazione.