giovedì 24 novembre 2016

Il Sole 24.11.16
La «nouvelle vague» del cinema
Grande schermo. Nei primi undici mesi dell’anno in crescita presenze in sala (+8,7%) e incassi (+7,2%)
Cuciniello (Anec): bene la legge di settore che riguarda l’intera filiera
di Francesco Prisco

Le presenze crescono, gli incassi pure e il settore potrà a breve contare su un “tesoretto” da 400 milioni a sostegno della filiera. Il cinema italiano chiude il 2016 all’insegna dell’ottimismo, vuoi per i dati confortanti che arrivano dal botteghino, vuoi per la specifica Legge licenziata dal Parlamento tre settimane fa, un provvedimento da tempo atteso dagli operatori che a partire dal 2017 dovrebbe aprire a nuovi scenari, nel segno della de-stagionalizzazione, dell’internazionalizzazione e della modernizzazione delle sale.
Di tutto questo si discuterà da lunedì 28 novembre a giovedì 1 dicembre alle Giornate professionali del cinema di Sorrento, stati generali della filiera che da 39 anni organizza Anec, l’associazione degli esercenti, in collaborazione con Anica (produttori e distributori) e Anem (multiplex).
Come da tradizione verrà assegnato il Biglietto d’oro alle pellicole più viste, tirando le somme di una stagione dominata da Checco Zalone con “Quo vado?” (record di sempre a quota 65,4 milioni), davanti a “Perfetti sconosciuti” (17,3 milioni) e “Alla ricerca di Dory” (15,1 milioni). I primi due titoli hanno fatto da traino a tutto il sistema: da gennaio al 21 novembre i cinema italiani hanno incassato 578,3 milioni, dato in crescita del 7,2% sullo stesso periodo dell’anno scorso. Ancora più sostenuto (+8,7%) l’incremento delle presenze, a quota 91,9 milioni. Anche il 2015 era stato un anno molto positivo, se vogliamo all’insegna di performance più costanti, con gli incassi a 637,5 milioni, in crescita del 10,8% sul 2014. Considerando che abbiamo davanti le vacanze di Natale e i relativi “cinepanettoni”, il dato 2016 potrebbe ulteriormente salire. Al di là delle considerazioni sulle dinamiche congiunturali che animano il mercato, il dibattito di questi giorni verte intorno alla Legge di settore approvata a inizio novembre, che tra le altre cose ha messo sul piatto un fondo di sostegno da 400 milioni l’anno, contributi automatici alle imprese, estensione del tax credit, un piano per le sale, uno per la digitalizzazione del patrimonio audiovisivo e un fondo di garanzia per le pmi di settore.
Il testo entra in vigore con l’anno nuovo, ma per capire come sarà tradotto in realtà bisognerà aspettare i decreti attuativi che – considerando le consultazioni in corso tra associazioni di categoria e il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini – potrebbero arrivare a giorni. Per Luigi Cuciniello, presidente di Anec, «c’è già un segnale positivo: per la prima volta abbiamo una legge che considera l’intera filiera dell’audiovisivo appostando risorse importanti. Viene poi riconosciuto il ruolo centrale della sala. È un bene che il sistema degli esercizi possa crescere, ma dovrà crescere con intelligenza nelle aree del Paese meno presidiate».
Gli esercenti lanciano la sfida della de-stagionalizzazione e i distributori, tramite il responsabile di sezione in Anica Andrea Occhipinti, si dichiarano pronti a raccoglierla: «Il fatto che qui da noi in estate si fermino le uscite è un problema storico, riconducibile alle abitudini del pubblico ma anche a una certa timidezza dell’offerta. La Legge dovrà rappresentare uno stimolo per il superamento di questo gap». Francesca Cima, presidente della sezione produttori di Anica, sottolinea «l’importanza di un provvedimento che per la prima volta “costringe” la filiera a ragionare in termini di sistema. E in più crea le premesse per una maggiore esportabilità dei film prodotti in Italia». Un provvedimento che, secondo Carlo Bernaschi di Anem, «era atteso da 50 anni. Le risorse sono importanti: attraverso i decreti attuativi bisognerà arginare gli “assalti alla diligenza”, facendo sì che le risorse vadano a sostegno di chi veramente investe».