Il Sole 2.11.16
Il premier e la «trincea» del ballottaggio
Italicum. La difficile quadra dei vertici Pd con Cuperlo, stasera o domattina la riunione decisiva
Alla Leopolda l’ipotesi di Renzo Piano e Brunello Cucinelli per parlare di ricostruzione
di Emilia Patta
Nel
partito del premier, impegnato in queste ore nelle visite ai luoghi del
Centro Italia nuovamente colpiti dal terremoto (si veda pagina 2), è
ancora il “combinato disposto” tra Italicum e superamento del Senato
elettivo a tenere banco nella discussione attorno al referendum
costituzionale del 4 dicembre. E Matteo Renzi è intenzionato a togliere
di mezzo la questione delle modifiche all’Italicum prima dell’inizio
della terza Leopolda di governo, venerdì 4 novembre a Firenze. Una
Leopolda che sarà più che mai istituzionale e sobria proprio per il
rispetto che si deve alle popolazioni del Lazio, dell’Umbria e delle
Marche così duramente e ripetutamente colpite dal terremoto negli ultimi
tre mesi. E come presidente del Consiglio, prima ancora che come
segretario del Pd, Renzi non potrà non occuparsi del tema della
ricostruzione. Anche per questo sul palco della Leopolda dovrebbero
salire l’architetto e senatore a vita Renzo Piano, incaricato
informalmente dallo stesso Renzi di seguire le linee guida del piano
Casa Italia, e Brunello Cucinelli, il “re” del cachemire che ha
annunciato il suo impegno per la ricostruzione della basilica di San
Benedetto a Norcia distrutta della ultime due scosse di domenica scorsa.
Ma
naturalmente, al di là del profilo più istituzionale, la Leopolda - a
un mese esatto dal voto popolare che dovrà accettare o respingere la
riforma del Senato e del Titolo V - sarà l’occasione per dare il via al
rush finale della campagna referendaria. Per questo è necessario
chiarire prima le posizioni nel Pd. Data ormai per persa la minoranza
bersaniana, che con alcuni suoi esponenti sta già facendo campagna
attiva per il No al referendum, le trattative di queste ore sono volte a
portare verso il Sì Gianni Cuperlo, uno dei leader della sinistra
interna assieme al bersaniano Roberto Speranza ed ex competitor di Renzi
alle ultime primarie di partito.
Nella commissione che sta
tentando di trovare la quadra sulle possibili migliorie all’Italicum, e
che dovrebbe riunirsi stasera o al più tardi giovedì mattina, siedono il
vicesegretario Lorenzo Guerini, il presidente Matteo Orfini e i
capigruppo Ettore Rosato e Luigi Zanda. Il “giovane turco” Orfini si è
già schierato a favore di un sistema proporzionale con un premio di
governabilità del 15%, dunque senza il ballottaggio nazionale tra le
prime due liste che non raggiungano il 40% dei voti previsto
dall’Italicum. Un sistema che sarebbe gradito a molti della minoranza
del Pd, ed anche a Cuperlo. Ma Renzi non sembra intenzionato a prendere
ora un impegno così preciso come l’abolizione del ballottaggio, che è
l’essenza dell’Italicum e che in un sistema tripolare - come lo stesso
premier ha ricordato nelle sue ultime pubbliche sul tema - è l’unica
garanzia di avere un vincitore certo. Qualsiasi alternativa è il rischio
concretissimo della grande coalizione tra Pd e centrodestra, ossia agli
occhi di Renzi un “inciucio” che porterebbe acqua al mulino del
Movimento 5 stelle.
Il documento che uscirà dal lavoro della
commissione, dunque, aprirà verosimilmente su tre punti importanti: il
superamento delle candidature plurime; il superamento dei capilista
bloccati tramite l’estensione delle preferenze a tutti i candidati
oppure tramite l’introduzione di collegi con ripartizione nazionale dei
seggi stile Provincellum; la possibilità di apparentamento tra liste tra
il primo e il secondo turno. Ma sulla questione del premio e del
ballottaggio la formula dovrebbe essere sufficientemente vaga da
lasciare aperte più porte. Né potrebbe essere altrimenti - sottolineano i
big del Pd - dal momento che la discussione vera e propria si potrà
fare solo dopo il referendum e dopo il pronunciamento della Consulta
sull’Italicum. Basterà questa logica a Cuperlo per annunciare il suo Sì
al referendum differenziandosi da Pier Luigi Bersani? Con la scelta di
partecipare alla manifestazione del Pd sabato scorso a piazza del
Popolo, intanto, Cuperlo ha voluto dare un messaggio preciso: lui dentro
il Pd vuole restarci in ogni caso. Mentre la sinistra bersaniana ha
preso una strada che potrebbe rivelarsi, al di là delle intenzioni,
senza ritorno.