il manifesto 9.11.16
Diyarbakir, un normale giorno senza futuro
La
testimonianza. Non ci sono più canali televisivi credibili che diano
informazioni sulla regione. Quando i bambini iniziano la colazione,
controllo il mio Iphone. Trovo molti messaggi di amici occidentali. Mi
scrivono: «Come stai? Stai bene?». Dai messaggi intuisco che è successo
qualcosa
di Nurcan Baysal
giornalista kurda di T24
La
sveglia ha suonato come al solito alle 7.30. Ho svegliato i bambini e
sono corsa in cucina a preparare la colazione. Normalmente, mentre
preparo la colazione, guardo le notizie alla tv. Questo avveniva prima
della chiusura della Tv kurda e dei canali dei media alternativi. Non ci
sono più canali televisivi credibili che diano informazioni sulla
regione. Così oggi a tenermi compagnia, invece della tv, sono i miei
uccelli e le tartarughe. Quando i bambini iniziano la colazione,
controllo il mio Iphone. Trovo molti messaggi di amici occidentali. Mi
scrivono: «Come stai? Stai bene?». Dai messaggi intuisco che è successo
qualcosa nella mia città o nel mio paese.
Immediatamente accendo
la tv, e cerco in canale turco della Cnn. Cerco di capire cos’è
successo. C’è molta pubblicità sulla Cnn turca. Ero sicura che fosse
successo qualcosa ma non riuscivo a trovarlo sui media turchi. Un uomo
sulla Cnn turca gridava, «Aaauuu …. Tttttooo…..shooooooooowww». Era una
pubblicità.
È con queste urla in sottofondo che leggo in basso
allo schermo, scritto in lettere minuscole, che i copresidenti di Hdp
(Partito democratico del popolo ndr) Demirtas, Figen Yüksekdag, e i
parlamentari dell’Hdp Ferhat Encü, Selma Irmak, Aycan Irmez, Leyla
Birlik, Abdullah Zeydan, Idris Baluken, Sirri Süreyya Onder, Ziya Pir,
Nursel Aydogan, Gülser Yildirim sono stati arrestati nella notte. Ho
urlato «Ohh no!». Mio figlio mi ha chiesto «mamma cosa è successo?». «La
polizia li ha arrestati», ho risposto. Allora mio figlio piccolo:
«Anche zio Osman, zio Ahmet e zia Meral sono stati arrestati?». Sono
altri parlamentari dell’Hdp e amici di famiglia. Ho risposto «no» a mio
figlio, «…per ora» mi sono detta. I copresidenti rappresentanti del
terzo partito della Turchia sono stati arrestati, ma la pubblicità
continua a occupare la tv. Un nuovo annuncio dice: «Oro vuol dire
investire nel futuro. Investi in oro, investi nel tuo futuro».
Comincio
a ridere istericamente. Abbiamo un futuro in Turchia? Improvvisamente,
c’è stato un grosso boato. Le finestre della mia casa tremano. Balzo in
piedi, lascio la tavola e apro la porta per guardare fuori. Cerco di
immaginare cosa sia successo dietro il fumo. La mia faccia diventa
bianca. Dico ai bambini di non preoccuparsi. Il più grande dice «mamma, è
stata una bomba». «Forse, rispondo, è stato un grave incidente d’auto».
«No mamma, dice, è stata una bomba. È la stessa bomba che era scoppiata
vicino a casa, è lo stesso rumore». A fine marzo una bomba è scoppiata
vicino alla nostra casa. I bambini erano a casa da soli. Io ero a un
incontro con Selahattin Demirtas, nell’edificio del parlamento di
Ankara. Anche mio marito era fuori casa. Quando i mobili e le finestre
avevano tremato, i bambini avevano pensato a un terremoto. Erano usciti
correndo di casa e si erano riparati dai vicini. La tv è ancora accesa.
Ora stanno dando le notizie sul traffico di Istanbul. Io sto ancora
cercando di capire dove è scoppiata la bomba. Ma non c’è internet. Hanno
di nuovo interrotto la rete. Per caso da amici vengo a sapere che la
bomba è esplosa a Baglar, un distretto di Diyarbakir. Cerco di
raggiungere una zia che vive in quel quartiere. Nello stesso tempo,
arriva il bus che porta i bambini a scuola. Dopo che sono partiti, ho
pensato «Perché li ho mandati a scuola?». Ho chiamato l’autista del bus
ma il telefono non prende. Non riesco a raggiungerlo. Ora, la voce in Tv
urla: «Le previsioni del tempo vi sono state offerte da ….una società
di riscaldamenti, che scalda voi e la vostra casa».
In realtà noi e le nostre case stiamo gelando. Niente ci può più riscaldare in questo paese.
Mentre pensavo che avevo bisogno di andare in centro, mia madre mi ha chiamato pregandomi di non andare.
Mi
ha detto che tutte le strade che portavano in centro erano chiuse.
Nello stesso momento, era tornata la voce: «… non guardate soltanto,
fate qualcosa» e ancora: «AAAAUUU… TTTTTOOOOOO… SHOOOOOOWWWW»”.