il manifesto 5.11.16
C’è la Leopolda, cortei vietati. Ma il No disobbedisce
Leopolda. La questura consente solo un presidio, motivi di ordine pubblico. Gli organizzatori: non rinunceremo a manifestare
di Riccardo Chiari
Ancor
prima di aprire le porte nella tarda serata di ieri, la “Leopolda del
Sì” ha già provocato polemiche. Il divieto della Questura al corteo
messo in cantiere da una serie di realtà di movimento, dall’Assemblea
per la Piana contro le nocività (No inceneritore) ai No tunnel Tav, ha
fatto arrabbiare parecchio le pur variegate forze della sinistra
fiorentina: «Viene negata a Firenze la possibilità di manifestare
liberamente nei giorni della Leopolda», tira le somme il consigliere
comunale Tommaso Grassi di Firenze a sinistra (Sì-Sel, Prc,
Perunaltracittà), «una scelta senza precedenti, visto che lo scorso anno
era stata data la possibilità ai ’truffati’ dalle banche di arrivare in
corteo nei pressi della Leopolda. Possiamo capire che qualcuno possa
aver paura delle contestazioni, ma non è ancora stato cancellato il
diritto costituzionale di manifestare liberamente».
La decisione
di vietare il corteo pomeridiano «per motivi di ordine pubblico»,
lasciando la sola possibilità di un presidio in Santissima Annunziata a
chilometri dalla Leopolda, muove anche le parlamentari Alessia Petraglia
e Marisa Nicchi alla denuncia: «Non siamo tra i promotori , ma troviamo
scandaloso che sia vietato, di fatto, svolgere un corteo in città
perché alla Leopolda ci sono esponenti del governo».
Va da sé che
gli organizzatori del corteo, come spiegato nella pagina facebook
“Firenze dice No”, non hanno alcuna intenzione di obbedire: «Non
rinunceremo sabato 5 novembre a manifestare le tante ragioni che
compongono il nostro no al governo e alla sua riforma costituzionale».
In piazza San Marco, storico luogo d’avvio dei cortei studenteschi e di
movimento, ci sarà fra i tanti anche Paolo Ferrero con la Rifondazione
fiorentina, per una manifestazione che si annuncia sicuramente bagnata:
l’allerta, addirittura con codice arancione, è stato emesso dal centro
funzionale della Regione per l’intero week end.
Al riparo dalla
pioggia, la Leopolda “minimal”, così come è stata presentata nei giorni
scorsi dallo stesso Matteo Renzi, è stata allestita senza gli effetti
speciali delle scorse edizioni: palco più sobrio che in passato; slogan
alle pareti meno enfatici del solito, immancabile «E adesso il futuro»
su sfondo bianco con pennellate di azzurro e arancio; dolorosa rinuncia
alle comparsate musicali modello Jovanotti, e la promessa presidenziale
di dare spazio alla “gente normale”.
Ad aprire ieri sera il
recuperato Matteo Richetti (a Palazzo Chigi hanno apprezzato le sue
apparizioni in tv a sostegno del Sì referendario), che ha anticipato:
«Cercheremo di non allontanarci dalla realtà complicata di queste ore».
Quindi si parlerà di terremoto, Protezione civile, terzo settore, leggi
sociali e volontariato. Anche dell’alluvione di Firenze, di cui ieri
cadeva il cinquantenario, con una bella sfilata di angeli del fango.
Maria Elena Boschi è in scaletta oggi pomeriggio, domani a mezzogiorno,
more solito, toccherà a Renzi, ministri parlamentari e sindaci faranno
da coordinatori dei tavoli tematici.