il manifesto 26.11.16
La verde Jill Stein avvia la corrida del «recount»
Presidenziali
2016. Raccolti in 4 giorni più di 5 milioni di dollari. Si inizia con
il Wisconsin ma di questo passo probabile riconteggio anche in
Pennsylvania e Michigan. Clinton non commenta
di Marina Catucci
NEW
YORK Il presidente eletto Trump continua nella formazione della squadra
di governo, e sembra intenzionato a selezionare l’investitore
miliardario Wilbur Ross come segretario al Commercio, nomina che si
andrebbe ad aggiungere alla lista dei grandi donors repubblicani che
avranno un ruolo in questa amministrazione.
Oltre a Ross si fa il
nome di Todd Ricketts, uomo d’affari e comproprietario della squadra di
baseball Chicago Cubs, che rischia di essere scelto come vice
segretario. Trump ha già chiamato la miliardaria Betsy DeVos, altra top
donor repubblicana, per il ruolo di segretario all’istruzione,
componendo così una squadra formata essenzialmente da uomini e donne
d’affari, super ricchi e con pochissima o nessuna esperienza politica.
Questa
composizione del governo è uno degli elementi che stanno probabilmente
spingendo gli americani a donare a Jill Stein i soldi necessari al
riconteggio dei voti in Wisconsin, Michigan e Pennsylvania, dove la
candidata dei verdi sostiene di avere le prove dei brogli repubblicani.
Al
momento, e in brevissimo tempo, 3/4 giorni, Stein ha raccolto più di 5
milioni di dollari, più di tutta la sua campagna presidenziale, e
abbastanza per pagare il milione e centomila dollari necessari a far
aprire nuovamente le urne in Wisconsin, mentre per la Pennsylvania e il
Michigan il limite temporale è fissato per la prossima settimana. «Non
lo sto facendo per aiutare il partito democratico – ha precisato Jill
Stein – ma per aiutare la democrazia americana che da queste elezioni è
uscita con le ossa rotte. Il popolo ha bisogno di un sistema elettorale
credibile del quale fidarsi».
In rete iniziano a sorgere dei dubbi
riguardo la vera motivazione che spinge il Green Party verso questa
mossa, il dubbio principale, come sottolineato anche dal New York Times,
sta nella cifra richiesta ai sostenitori, che aumenta di giorno in
giorno. Inizialmente erano due milioni e mezzo, raggiunti i quali è
aumentata a quattro e ora si parla di 7 e forse perfino di 11 milioni di
dollari.
Ma questo dubbio non ferma l’afflusso continuo di danaro
che sta arrivando ai verdi, la somma più alta mai raccolta da un
partito minore americano. Il fatto stesso che i democratici non abbiano
intrapreso questa mossa, secondo Stein, dimostra quanto siano collusi
con il sistema.
Da parte sua, lo staff di Hillary Clinton non si
pronuncia visto che non ci sono segnalazioni di frode o di manomissione
di voto e gli analisti democratici ritengono che il vero colpevole
dietro le disparità elettorali in Michigan, Wisconsin e Pennsylvania sia
stata una base democratica demotivata.
Tra una settimana, se tutto continua su questo binario, a queste domande arriveranno le risposte.