il manifesto 24.11.16
Referendum, la «medicina» che peggiora la salute
di Fulvio Aurora, Medicina Democratica
In
un recente dibattito organizzato da Medicina Democratica presente fra
gli altri anche il prof. Valerio Onida (vedi su
www.medicinademocratica.org) ci siamo chiesti se – a sinistra – sarebbe
stato opportuno votare Sì, per togliere o ridimensionare le competenze
regionali in tema di sanità.
Dopo la riforma costituzionale del titolo quinto (2001) è vero che si sono formati 21 sistemi sanitari diversi?
Le
differenze nella erogazione dei servizi fra regione e regione sono
dipese dalla modifica costituzionale oppure da altri fattori? Ciò è
avvenuto per condizioni storiche ed economiche e scelte politiche
piuttosto che per necessità di modifiche costituzionali.
Con
il Sì nulla cambierà nelle regioni più disagiate se lo Stato non
interverrà con poteri sostitutivi tramite i commissari ad acta e se non
ci sarà un adeguato livello di finanziamento, eliminando corruzione,
clientelismo e spreco.
Subito dopo la legge
di Riforma sanitaria del 1978 è iniziata un’opera lenta di
smantellamento del sistema universalistico; ne hanno fatto le spese
tutte le forme di partecipazione dal basso, l’accentramento
organizzativo con l’invenzione dell’azienda, con l’istituzione dei
direttori generali, con le modalità di finanziamento a prestazione
(Drg), non ultimo con la scarsa considerazione della prevenzione.
Il
Sì alla misura costituzionale non modificherà le competenze proprie
delle regioni, ma peggiorerà le risposte «di salute» per la popolazione.
Non dimentichiamoci che la spesa sanitaria italiana è una delle più
basse in Europa. Non è il ministero dell’Economia che deve stabilire il
quantum, ma l’analisi dei bisogni di salute dei cittadini. Sono le
diseguaglianze che vanno eliminate, sono i ticket che vanno tolti e con
essi lo la libera professione intramuraria e il ricorso alle cure
odontoiatriche private (che dovrebbero rientrare nei Lea).
Né
è accettabile trasferire i servizi di prevenzione al Ministero del
Lavoro fino a cambiare la legislazione in tema di salute e sicurezza sul
lavoro (Dlgs 81/2008) come previsto dal disegno di legge Sacconi.
In
conclusione la proposta costituzionale di accentramento governativo
della sanità nasconde la disgregazione della sanità pubblica, universale
e partecipata, per andare oltre, tramite l’espansione della sanità
integrativa, verso un sistema mutualistico e/o assicurativo che
arricchisce chi detiene il potere finanziario e impoverisce la gran
parte dei cittadini bisognosi di salute.
Votare No è un modo per interrompere questa grave, ma reale prospettiva.