il manifesto 22.11.16
Non una di meno. «Adesso basta! Saremo una marea»
26
novembre in piazza. A Roma il 26 per la manifestazione e il 27 per i
tavoli sul piano femminista contro la violenza maschile. «In Polonia, in
Argentina, in Spagna gli scioperi e le proteste delle donne che si
ribellano alla violenza e al femminicidio hanno paralizzato interi
paesi»
di Alessandra Pigliaru
Invaderemo le
strade di Roma e saremo marea. Lo promettono le realtà promotrici del
progetto politico «Non una di meno», Rete IoDecido, D.i.Re – Donne in
Rete Contro la violenza, Udi – Unione Donne in Italia, che sabato 26
alle 14 partiranno da Piazza della Repubblica e arriveranno a Piazza San
Giovanni per una grande, forte e partecipata manifestazione.
È un
percorso perché l’appuntamento di sabato non è da considerarsi
occasione isolata a ridosso del 25 novembre, giornata internazionale
della violenza contro le donne.
Nelle intenzioni delle
protagoniste che in questi mesi si sono riunite in assemblee cittadine
per poi confluire nei ragionamenti dell’incontro nazionale (lo scorso 8
ottobre alla Sapienza) c’è un pensiero più lungo. Un fermento plurale
che ha molte voci, anche in dissonanza come il femminismo insegna, che
contengono in sé molte pratiche.
Sono voci di autodeterminazione,
di rabbia, rifiuto ma anche rilievo preciso sul peso di una parola
pubblica contro la violenza maschile e il femminicidio.
Come si
legge nell’appello alla manifestazione, «è una fenomenologia strutturale
che come tale va affrontata». Qualcosa che insomma si fa avanti in
quanto dinamica chiara da indagare e scandagliare ancora. Soprattutto
per essere detta, discussa, gridata non da vittime – come è nella più
retorica e trita rappresentazione – perché non risponde a un’emergenza
ma a una misura che si colma ogni volta che una donna viene uccisa o
diviene s-oggetto di violenza.
Tantissime le associazioni (proprio
ieri anche l’adesione della Cpo del Fnsi, Federazione nazionale stampa
italiana), singole e singoli che hanno dato il proprio sostegno in
queste ultime settimane preparatorie. Le promotrici, che non gettano
alle ortiche i guadagni che il femminismo ha portato all’interno della
relazione fra i sessi, né si riconoscono in blocchi identitari,
raccontano invece di un ribadire politico che dica che a questo punto,
il 26 novembre, in piazza saranno moltissime e moltissimi; una marea di
corpi a sostegno della grande e importante manifestazione delle donne.
Come
in tutte le fasi preparatorie, si agisce in un terreno che non è mai
liscio soprattutto quando a essere affrontato è un tema incandescente
che ha al centro dei corpi e le loro differenze.
Nel volantino
della manifestazione appare chiara la consapevolezza che in piazza,
«senza confini e geografie», si mostrerà una lotta con radici lontane
poiché «la violenza maschile sulle donne può essere affrontata solo con
un cambiamento culturale radicale, come ci hanno insegnato l’esperienza e
la pratica del movimento delle donne e dei Centri Antiviolenza che da
trent’anni resistono a ogni tentativo delle istituzioni di trasformarli
in centri di accoglienza neutri, negando la loro natura politica e di
cambiamento».
Seconda tappa di «Non una di meno» sarà domenica 27
dalle 10 (Scuola Di Donato, via Bixio 83 Roma) per l’assemblea
nazionale, con la costituzione di alcuni tavoli e workshop per
l’approfondimento e la definizione di un «Piano Femminista contro la
violenza maschile» e la discussione dei successivi appuntamenti.
Per maggiori informazioni e adesioni nonunadimeno.wordpress.com