lunedì 7 novembre 2016

Il Fatto 7.11.16
Sandra Bonsanti
Comunque vada a finire, la campagna è stata uno schiaffo per chi ama gli Usa

Qualunque sia l’esito di queste elezioni, l’Ame- rica che hanno conosciuto molti di noi, che ci ha accompagnato in tanti decenni della nostra vi- ta, non sarà mai più la stessa, per chi l’ha ammirata, per chi l’ha giudicata severamente, per chi di volta in volta cercava di separare i difetti e i pregi.
La campagna fra Hillary e Trump ha portato in superficie, sotto le luci spietate della gara all’ultimo voto, quella zona buia che vince in tanti Stati. Quell’orrendo miscuglio di nazionalismo e razzismo, della violenza delle lobbies, di voglia estrema di autoritarismo. Un mito, per coloro che ignoravano quanto fosse profondo e diffuso il buio degli States, è caduto e sarà difficile fare come se niente fosse avvenuto. Eppure è sempre stato lì, il grande conflitto fra democrazia e oscurantismo, fra la statua della Libertà e Ellis Island, simboli della storia americana. Comunque vada a finire lo scontro tra Hillary e Trump, la grande festa che le donne preparavano per il giuramento che avviene a Washington attorno al 20 gennaio non sarà quella che molti avevano sognato: una città e una piazza immensa, un’invasione di donne di tutte le parti del mondo per festeggiare la prima presidente degli Stati Uniti.
Quello che abbiamo visto venire alla superficie nella campagna elettorale del 2016 è la conferma di quanto ancora debole ed esposta ai venti del tempo sia la voglia di democrazia. Una lezione da non dimenticare per tutti i paesi che si ostinano a dare per scontata la voglia di libertà dei popoli. O che pensano che essa sia forte ed eterna.