domenica 13 novembre 2016

Il Fatto 13.11.16
La Seconda guerra civile americana
Bernie Sanders: “Se Trump usa la rabbia della gente contro musulmani, ispanici, afroamericani, noi ci trasformeremo nel suo peggiore incubo”.
di Antonio Padellaro

“LA SECONDA GUERRA CIVILE americana” è un film televisivo del 1997 che racconta la crisi mal gestita tra lo Stato dell’Idaho e il governo degli Stati Uniti alle prese con il problema dell’immigrazione e delle spinte xenofobe. Tema, leggiamo, trattato da Joe Dante in chiave cinica e grottesca. Vent’anni dopo quel titolo torna d’attualità ma potrebbe non essere più soltanto un film. Anche se in molte città continuano le dimostrazioni violente contro l’elezione di Donald Trump l’ipotesi di una rivolta armata contro il nuovo inquilino della Casa Bianca non appare per fortuna verosimile. In termini politici una guerra civile, in senso lato, può anche manifestarsi come si è già manifestata durante il cruento (a parole) scontro elettorale Trump-Clinton. Ma soprattutto con la spaccatura tra le due Americhe che nella notte dell’8 novembre è apparsa verticale come non mai e che al momento sembra difficilmente conciliabile. Occorre dare atto a Trump di aver gettato un po’ di acqua sul fuoco ridimensionando nelle ultime ore alcune “promesse” elettorali (la totale cancellazione della riforma sanitaria di Obama, Hillary sotto processo) mentre l’incontro tra i due presidenti è apparso un tentativo lodevole di sdrammatizzare la situazione. Basterà? Molti sono gli interrogativi che restano sospesi sul futuro degli Usa e quindi del mondo. Due in particolare mettono paura. Sarà capace Trump di frenare l’intolleranza spesso fanatica che dopo avergli portato voti gli chiede di regolare i conti e alla svelta con l’America democratica e inclusiva, con gli afroamericani, con gli islamici, con i latinos? E alla polizia sarà data licenza d’uccidere più di quanto non ne abbia avuta fino a oggi? E quante altre croci di persone di colore saranno aggiunte alle tante disseminate da un capo all’altro della nazione? Sull’altro fronte, la “rivolta” è destinata a esaurirsi con l’evaporare di rabbia e delusione? Oppure l’“incubo” di cui parla Sanders è qualcosa che sta maturando nel profondo dell’America sconfitta? E in questo fosco quadro un popolo armato fino ai denti, come auspicato da Trump e dai tanti falchi che gli hanno dato sostegno, non rappresenta la classica polveriera a cui basta un fiammifero per deflagrare? Ci auguriamo di tutto cuore che siano domande pessimistiche destinate a ricevere presto le risposte più rassicuranti. L’informazione, inutile dirlo, può essere determinante nel raccontarci, con i fatti, la realtà che bolle dentro il Paese più potente del mondo. Per non farci trovare impreparati come quando per mesi ci è stato raccontatoche il nuovo padrone dell’America era soltanto un patetico clown destinato a sgonfiarsi sotto i colpi del bene e della virtù.