Corriere 7.11.16
Campagna tossica, candidati impopolari
L’America sceglierà «il male minore»
di Giuseppe Sarcina
Solo
il 41% degli americani ha un’opinione favorevole su Hillary Clinton e
ancora meno, il 38,6%, su Donald Trump. Non si erano mai visti nella
storia recente degli Stati Uniti due candidati così impopolari, stando
alla media dei sondaggi realizzata dal sito «RealClearPolitics». Il
presidente Barack Obama, tanto per avere un termine di confronto, si
prepara a terminare il mandato con un tasso di approvazione del 54%. Sua
moglie Michelle va anche oltre: 64%.
Quattro mesi di scontro
teso, aspro, senza neanche un momento di fair play, hanno acuito
ostilità e indifferenza nei confronti di Hillary e Donald. Vedremo se
questi stati d’animo indurranno molti elettori a non presentarsi alle
urne domani 8 novembre. Vincerà chi andrà meno peggio, chi riuscirà a
contenere in modo più efficace la fuga di consensi dal proprio campo. Da
questo punto di vista Donald Trump aveva spiazzato tutti nel corso
delle primarie. Giusto un anno fa si pensava che non avrebbe ottenuto
neanche la nomination repubblicana. Il costruttore newyorkese, invece,
ha stabilito il record di preferenze raccolte nel girone eliminatorio:
13, 4 milioni contro i 10,8 di George W. Bush nel 2000.
Dopodiché,
però, questa è la sensazione, non è riuscito a sfondare verso il
centro, a mettere insieme un blocco sociale più largo, più composito. Le
rivelazioni sul suo passato, sui suoi comportamenti sessisti, gli hanno
impedito di recuperare nel mondo femminile, tra gli afroamericani e i
latinos . Dall’altra parte, però, Hillary Clinton ha proceduto a
strappi. A un certo punto ha pensato di poter affondare l’avversario,
puntando più sulla riprovazione morale che sul merito delle idee in
campo. Risultato: il suo messaggio si è via via appannato, specie nelle
ultime due-tre settimane. Hillary ha dedicato energie e spot
pubblicitari, pagati milioni di dollari, più per ridicolizzare Donald
Trump che per spiegare che cosa intenda fare, una volta presidente, per
le donne, gli immigrati, gli afroamericani, il ceto medio impoverito.
Intorno alla prima donna in finale per la Casa Bianca non si è formato
un movimento di popolo; non si è mai acceso l’entusiasmo dei giovani che
ha accompagnato, invece, Bernie Sanders, l’avversario nella prima parte
dell’anno. La front runner dei democratici non è riuscita ad attirare
le nuove generazioni. Non è un caso se l’unica proposta che parli ai
ragazzi sia proprio un lascito di Bernie, «Feel the Bern»: l’accesso
gratuito alle università per studenti con redditi famigliari
medio-bassi.
Alla fine di questa stagione, tossica e spossante,
Hillary Clinton resta comunque favorita. Ma l’esperienza di questo
incredibile 2016 consiglia prudenza. Aspettiamo le urne: ormai ci siamo.