martedì 29 novembre 2016

Corriere 29.11.16
Il costo delle promesse
di Daniele Manca

Non c’è bisogno di tante indagini o sondaggi per rendersi conto che i celebri zero virgola di ripresa del Paese non si sono trasformati affatto in una sensazione di maggiore benessere degli italiani. La crisi sta incidendo profondamente sulla tenuta del Paese.
Intervenire sui redditi più bassi, sulle pensioni minime che viaggiano sotto i mille euro ha senso. E il premier Matteo Renzi ha annunciato ieri misure in questa direzione. I tempi sono quelli consueti della più importante legge per il Paese che deve mettere assieme le entrate, le uscite e fare in modo che i conti tornino. E che viene varata alla fine di ogni anno. Questa volta il via libera arriva a pochi giorni dal referendum del 4 dicembre. Un voto che è andato caricandosi di troppi significati e per questo assume valenze al di là del merito del quesito referendario.
Appellarsi alla logica dei numeri quando si vara una legge di Bilancio potrebbe essere da ingenui. I governi fanno politica esattamente attraverso le scelte relative ai conti pubblici. Decidere dove e in quale direzione indirizzare le uscite a fronte delle entrate basate sulle tasse dei cittadini e delle aziende, è alla base dell’azione di un esecutivo che voglia orientare l’economia di un Paese. L’attenzione alle pensioni e ai pensionati è innegabilmente una delle caratteristiche di questo governo. Anche in questa legge di Bilancio che introdurrà, tra l’altro, forme di flessibilità per uscire prima dal lavoro.
Ma è tutt’altro che da ingenui chiedersi come saranno coperte le spese vecchie e nuove. Le promesse hanno un costo che spesso come in queste occasioni non è una tantum. E i soldi per coprirli dovranno essere trovati nel 2017 ma anche nel 2018 e negli anni a seguire.
Il passato lascia il segno sul futuro. E a volte è molto pesante. Come il debito pubblico italiano che finirà interamente sulle spalle delle generazioni a venire. Un debito che ci rende vulnerabili e che durante le crisi economiche presenta al Paese e ai cittadini un conto ancora più difficile da sostenere. Non è detto che il sapore amaro di misure contingenti a ridosso delle elezioni non venga colto anche da quanti ne saranno agevolati: loro stessi forse sono oggi più preoccupati del futuro di figli e nipoti che di se stessi .