Corriere 29.11.16
Mussida: con la musica libero le emozioni dei detenuti
Il progetto in dodici carceri italiane. Una audioteca con migliaia di brani divisi per stati d’animo
di Paolo Foschini
MILANO
«Nostalgia», c’è scritto sul cartello di uno. È dentro per rapina, deve
fare ancora sei anni: «Ma sì, oggi è quella la musica per me».
Dire
che finora sembrava uno scherzo fa ridere, se si pensa a quanto era
serio: migliaia di brani musicali suddivisi per stato d’animo e proposti
per tre anni ai detenuti di quattro carceri italiane come strumento di
riflessione, conoscenza di sé, capacità di rialzarsi e ripartire. Un
programma studiato da psicologi e musicisti insieme. Sembrava già un
successo averlo sperimentato. Sennonché l’esperimento è andato talmente
bene che ora le carceri in cui sarà realtà diventeranno dodici. A
cominciare dal carcere di Montacuto, Ancona, dove il maestro Franco
Mussida che del progetto è inventore è andato ieri a inaugurare la nuova
sezione-audioteca con una dimostrazione-concerto. Oggi continuerà con
Marassi a Genova, dopodomani sarà a Parma, e così via fino a gennaio. Il
grande chitarrista, che dopo aver fondato e infine lasciato la Pfm per
riabbracciare a tempo pieno la fusione di arte e impegno sociale, lo ha
chiamato «Progetto CO2». E l’amministrazione penitenziaria lo ha sposato
al cento per cento.
Lo studio è basato sugli intervalli musicali
che determinano il «carattere» di un brano non per caso ma in un
rapporto causa-effetto, dove una scala di terza minore come l’inizio di
Via del Campo sarà sempre connessa a uno stato più triste, riflessivo,
intimo rispetto a una di terza maggiore come l’inizio di Fra’ Martino.
Di qui una antologia vastissima — di brani solo strumentali — divisa per
emozioni. In cui l’ascolto metodico e ragionato ha dimostrato di avere
una efficacia potentissima sui percorsi individuali di recupero dei
detenuti: «Nessun buonismo — dice Mussida — ma un progetto laico che
attraverso la musica vuole rimettere in moto un processo di
autopercezione emotiva per evitare che i detenuti, oltre alla
carcerazione fisica, debbano viverne anche una interiore».
I
prossimi istituti in cui «CO2» sarà operativo saranno a Torino, Venezia,
Firenze, Bologna, Napoli, Opera e San Vittore a Milano, Rebibbia a Roma
e a Monza nella sezione femminile.
Fondamentale, oltre a quella
del ministero della Giustizia, la collaborazione della Siae. Prima con
Gino Paoli e ora con l’attuale presidente Filippo Sugar: « Siamo fieri —
sottolinea quest’ultimo — di contribuire alla creazione di questa rete
unica nel suo genere. E nei limiti del possibile nel 2017 la espanderemo
ancora».