Corriere 28.11.16
Fillon trionfa e ipoteca la presidenza «Difenderò i valori della Francia»
Daniel Cohn-Bendit: «Ora sfiderà Marine Le Pen E il paradosso è che sarà lei a sostenere le conquiste sociali»
intervista di Stefano Montefiori
PARIGI
Daniel Cohn-Bendit commenta la vittoria di un politico, François
Fillon, che ha una visione della Francia molto diversa dalla sua. Prima
di sedere per vent’anni al Parlamento europeo nelle file degli
ecologisti, «Dany» è stato il protagonista di un Maggio ‘68 mai
rinnegato.
François Fillon rappresenta, tra molte cose, anche una reazione al ‘68?
«Non
c’è dubbio. Ha vinto la Francia che cerca la rivincita sul Sessantotto.
È una Francia che è sempre esistita e che adesso, vista la Berezina
della sinistra al potere, si sente rivivere e rinascere. Fillon e i suoi
sostenitori vogliono farla finita una volta per tutte con i valori del
‘68. E l’idea di essere al potere e all’Eliseo nel 2018, per
l’anniversario dei cinquant’anni, li rende pazzi di gioia. In questi
decenni c’è stata nella società una evoluzione morale che è approdata
fino alla legge sul matrimonio aperto agli omosessuali. Loro vogliono
tornare indietro».
Questa sera la portavoce di Fillon, Valérie
Boyer, è apparsa in televisione ostentando un crocifisso al collo. Un
segno religioso esibito che secondo alcuni contraddice la laicità del
servizio pubblico. È una polemica futile o un gesto significativo?
«Mi
sembra un gesto non privo di valore, anche io l’ho notato. In ogni
caso, i cattolici tradizionalisti impegnati in politica sono una realtà
che conosciamo, dopo le migliaia di persone scese in piazza per
protestare contro il mariage pour tous . È una Francia che rispetto,
anche se non è la mia».
Sui temi di società, per esempio appunto
il matrimonio omosessuale, Fillon prende posizioni più nette rispetto a
Marine Le Pen. E in economia il suo liberalismo è criticato dalla leader
del Front National. Non è un paradosso?
«Andiamo verso un
ballottaggio delle presidenziali che vedrà sfidarsi François Fillon per
la destra e Marine Le Pen per l’estrema destra e assisteremo a qualcosa
di surreale, e cioè a Marine Le Pen che difenderà le riforme del
Consiglio nazionale della Resistenza e le conquiste sociali. Questo è lo
scenario che possiamo prevedere oggi ma non ci siamo ancora arrivati,
io penso che Fillon finirà per attenuare il suo discorso».
Fillon si sposterà al centro?
«Credo
di sì, ha vinto le primarie mobilitando la destra tradizionale, ma per
vincere la corsa all’Eliseo dovrà diventare più simile allo sconfitto
Juppé, coinvolgere anche la destra moderata e il centro».
In politica estera Fillon promette un riavvicinamento alla Russia di Putin. Che ne pensa?
«È
preoccupante. In Francia c’è tutta una tendenza filo-russa, da Jean-Luc
Mélenchon a Marine Le Pen passando per Fillon. Le armate putiniste da
noi sono numerose. Ma la cosa che mi sembra più drammatica è che Fillon
non parla mai di ambiente, e neanche di Europa. Come se si vergognasse
di pronunciare la parola».
Adesso, dopo Fillon, che succede a sinistra? Lei sostiene Emmanuel Macron?
«Il
mio cuore esita tra due realtà politiche, da un lato il liberal-sociale
Macron, dall’altro l’ecologista radicale Yannick Jadot».
E Hollande?
«Se
non si presenta è un’umiliazione, se si presenta alle primarie e perde è
un’umiliazione al quadrato, se si presenta direttamente senza passare
per la primarie e finisce quarto è un’umiliazione al cubo. Non gli
rimane che scegliere il grado di umiliazione. Ma dopo un quinquennio
simile non credo che un presidente possa vincere di nuovo».