Corriere 20.11.16
Renzi attacca: accozzaglia contro di me
L’ira del No e l’esposto sul leader pd in tv
Lettera del segretario agli italiani con le foto dei contrari (senza Berlusconi)
Caccia al voto moderato
di Dino Martirano
ROMA
Accozzaglia: «Turba confusa di persone spregevoli...», recita il
dizionario della Treccani. E proprio di «accozzaglia» ha (ri)parlato in
Basilicata il presidente del Consiglio Matteo Renzi per definire il
fronte del No che si oppone alla riforma costituzionale: «In questo
referendum vediamo che c’è un’accozzaglia di tutti contro una sola
persona. Ci sono Berlusconi e Travaglio insieme, D’Alema e Grillo
insieme». Ma stavolta — a due settimane dal voto del 4 dicembre — il
premier ha fatto un passo in più, annunciando che il Pd e il comitato
Bastaunsì presto invieranno «a casa degli italiani un depliant» e «tutti
quelli che dicono che spendiamo soldi pubblici per farlo li
quereliamo...». E tanto per essere ben compreso sul concetto di
«accozzaglia», il segretario del Pd ha fatto proiettare nel teatro che
lo ospitava le slide del depliant con un collage fotografico: D’Alema,
Brunetta, De Mita, Zagrebelsky, Dini, Grillo e Monti messi insieme in
una macedonia di volti e di radici politiche. Dal foglio di propaganda
per il Sì, però, manca l’effige di Silvio Berlusconi i cui elettori,
nonostante l’ endorsement del Cavaliere per il No, sono l’obiettivo di
Renzi: «I voti dobbiamo a prenderli a destra....».
Renzi, dunque,
ha confermato che imposterà l’ultimo miglio della campagna attaccando la
«grande accozzaglia che è la base politica del No» per recuperare i
tanti indecisi e disinteressati. Eppure, il depliant si è già
trasformato in un caso politico, come la lettera fatta inviare agli
italiani residenti all’estero. «Il premier adesso si permette anche di
irridere gli esponenti dell’opposizione e del fronte del No, pubblicando
i loro volti nell’ultimo opuscolo preparato per inondare le case degli
italiani: roba da Ventennio fascista», attacca Renato Brunetta di FI.
Che — invocando un intervento del Quirinale — insiste sul finanziamento
della mastodontica propaganda postale del Sì: «Chi paga queste
letterine? Chi le spedisce? Chi le consegna?». Matteo Salvini, leader
della Lega, è caustico: «Lasciare studiare ai miei figli padri
costituenti come Verdini, Boschi e Renzi sarebbe un incubo». L’affondo
sull’«accozzaglia del No», fa dire a Gianni Cuperlo (minoranza pd per il
Sì) che non bisogna «denigrare il No per conquistare gli indecisi. Il
bersaniano Roberto Speranza: «Rivedo l’arroganza del “ciaone” al
referendum delle trivelle». Un altro bersaniano, Miguel Gotor (che
voterà No), avverte: «Renzi, da premier, offende milioni di italiani,
gioca a fare il piccolo De Gaulle...». I grillini sono telegrafici:
«Renzi disperato, per votare No basta la sua faccia».
Il comitato
per il No, intanto, ha presentato un esposto alll’Agcom per denunciare
la massiccia presenza di Renzi nei Tg e nella trasmissione di Fabio
Fazio. Vito Crimi (M5S) chiede che il voto all’estero sia controllato
dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Il Sì
oggi apre la propaganda nelle stazioni e negli aereoporti per
rastrellare gli indecisi. A tutti, da Marzabotto, arriva il monito del
presidente del Senato Pietro Grasso: «Il nostro Paese non può uscire
sempre più diviso da queste contese politiche: noi abbiamo bisogno di
unità».