venerdì 18 novembre 2016

Corriere 18.11.16
Il caso De Luca, ras degli insulti, chiama il Pd a non sorvolare
di Marco Demarco

N ella puntata di Matrix dedicata al politicamente scorretto, il governatore campano, il dem Vincenzo De Luca, ha vinto a man bassa. Ricordando la vicenda degli impresentabili, ha tuonato: «Quello che fece la Bindi èstata una cosa infame, da ucciderla...». Lei, Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia, si è limitata a ringraziare i molti che lehanno rivolto attestati di amicizia e stima. Renzi: «Frasi totalmente inaccettabili». De Luca non si è scusato. Tra i dem monta l’imbarazzo nei confronti di un esponente del quale hanno tollerato a lungo battute infelici e insulti volgari.
L a sinistra «chevuoichessia», quella che massimizza le gaffe altrui e minimizza le proprie, che censura l’avversario e ammicca alle battutacce dei suoi; la sinistra moralizzatrice di Tutti, il libro che ha fatto vincere lo Strega a Francesco Piccolo, esaltata dall’insegnamento di Berlinguer e finita a elevare la spregiudicatezza a valore assoluto; la stessa che vuole buttare fuori Bersani ma si è tenuto ben stretto De Luca, e che si è indignata molto per il sessismo di Berlusconi e di Trump ma mai abbastanza per quello del governatore campano; questa sinistra democrat ora è in evidente imbarazzo. Di De Luca finora ha tollerato ogni impennata, le battute infelici e gli insulti volgari, le metafore ardite e le sparate demagogiche, compresa l’ultima: duecentomila assunzioni subito nella Pubblica amministrazione per risollevare le sorti del Sud. Ma ora non può più cavarsela col solito «chevuoichessia». Il limite è superato. La frase pronunciata l’altra sera a Matrix e riferita a Rosy Bindi, «fece cose infami, da ucciderla...» non è in alcun modo giustificabile. Neanche dal fatto che sia stata carpita «off record» a intervista finita. Questo perché, come ha giustamente detto il presidente del Senato Pietro Grasso, «certe cose un politico non dovrebbe né pensarle né dirle». Nel caso di De Luca, poi, ci sarebbe addirittura una sorta di recidiva «on record». È tristemente noto, infatti, l’augurio con cui ha infiocchettato un suo recente monologo tv. Oggetto: «Quelle mezze pippe» dell’ex direttorio pentastellato. Conclusioni: «Che vi possano ammazzare tutti quanti!». Cose che succedono quando al populismo degli altri si risponde con il proprio. Come in una guerra commerciale per quote di mercato da conquistare.