Corriere 17.11.16
Mps, Bce avverte «Aumento impegnativo, oppure il bail in»
di Fabrizio Massaro
Che
l’aumento di capitale di Mps fosse un’operazione complessa e densa di
incognite — soprattutto esterne, a cominciare dell’esito del referendum
che può provocare un’instabilità politica tale da far fuggire le banche
del consorzio di garanzia — era noto sul mercato. Ora a guardare con
preoccupazione la vicenda è anche la Bce, che ieri nella persona della
responsabile dell’autorità di risoluzione (single resolution board, o
Srb) Elke Koenig, ha definito «molto impegnativo» il piano di
salvataggio, tanto da non escludere il ricorso al bail in se
l’operazione dovesse andare male. Lunedì sera Mps ha approvato i termini
della proposta di conversione dei bond subordinati, su base volontaria,
per 11 emissioni pari a 4,3 miliardi di euro (e verifiche tecniche sono
in corso per estendere la conversione anche al bond Fresh da 1
miliardo). Perché questa parte dell’operazione di salvataggio da
complessivi 5 miliardi vada in porto serve, secondo alcune stime, che
circa 1-1,5 miliardi di bond vengano convertiti in nuove azioni.
Generali, da sola, ha in mano circa 400 milioni di subordinati Mps e
dunque potrebbe dare una grossa mano, se decidesse di convertire. Ma
servirà anche che si palesi l’anchor investor: attualmente sono una
decina i fondi che hanno chiesto di essere ammessi alla data room per
analizzare i dati riservati di Mps. Tra questi oltre a Qia, il fondo
sovrano del Qatar, ci sarebbero i fondi americani di Soros, Atlas e
Apollo (questi ultimi molto attivi sul settore bancario italiano, avendo
avanzato offerte anche per Carige e le due banche venete). Le speranze
di Siena sono puntate sul Qatar: il ceo Marco Morelli e i banker di Jp
Morgan e Mediobanca che assistono Mps sono già volati due volte a Doha. I
qatarini potrebbero investire 1 miliardo diventando così primi soci di
Mps con il 20%. Se si concretizzerà l’accordo, l’annuncio potrebbe
avvenire a ridosso dell’assemblea straordinaria di giovedì 24 o comunque
entro il mese: lunedì 28 si aprirà la finestra per la conversione dei
bond, fino a venerdì 2 dicembre. Sia l’ingresso degli investitori
stabili sia la conversione dei bond sono condizionati al buon esito
dell’aumento di capitale e alla permanenza del consorzio di garanzia. Il
percorso è insomma ancora accidentato, come ha fatto capire ieri
l’autorità di risoluzione europea. «Stanno lavorando a una soluzione
privata», ha detto ieri Koenig in un’intervista alla Reuters , che è
«molto impegnativa». E ha aggiunto: «Altrimenti ci sono diverse strade e
modalità, ma normalmente non possono prescindere dal bail-in. C’è un
piano di risoluzione per il Monte dei Paschi, come avviene per ogni
grande banca europea. Occorre essere pronti per ogni evenienza».