Corriere 17.11.16
Usa
Milo, il volto pop dell’ultradestra «misogina e razzista»
Si definisce «favoloso supercattivo»
di Serena Danna
Milo
Yiannopoulos è la firma scelta, pochi mesi prima dell’inizio della
corsa elettorale, dall’allora ceo di Breitbart Stephen Bannon — neo
consigliere strategico di Donald Trump — per conquistare i giovani
lettori (ed elettori) del sito di ultradestra.
Per alcuni, Milo è
un provocatore alla ricerca di fama che usa sessismo e razzismo per
aizzare i «frustrati» di Internet contro i valori americani. Per altri, è
un paladino della libertà d’espressione radicale che lotta contro il
dominio del politicamente corretto e la «sinistra reazionaria». Tra le
due versioni, ci sono alcuni elementi di verità fattuale: Yiannopoulos,
classe 1983, autonominatosi il «più favoloso dei supercattivi di
Internet», è il volto bello, gay e molto pop del movimento della «destra
alternativa» — tutto meme e insulti razzisti — conosciuto come
Alt-Right. A luglio è stato cacciato da Twitter (dove aveva quasi 400
mila follower) per aver innescato una campagna di odio contro Leslie
Jones, l’attrice afroamericana di «Ghostbusters ». Una pratica
sperimentata qualche mese prima, quando aveva reso il GamerGate — un
processo online contro le donne che lavorano nel mondo dei videogiochi —
una pericolosa caccia alle streghe. Da allora, si è innamorato di Trump
(che chiama «Daddy»), aiutando a trasformare un milionario
dell’establishment finanziario in un’icona sovversiva (si è anche
dipinto di giallo i capelli in suo onore); ha avviato un tour nei campus
universitari per salvaguardare i maschi bianchi dal «cancro del
femminismo» e del politicamente corretto; e ha scritto il manifesto
dell’Alt-Right.
Mentre in molti si chiedono se insieme a Bannon —
«uno dei migliori capi che abbia mai avuto e tra le menti politiche
operative più brillanti d’America» — sia entrata alla Casa Bianca anche
l’estrema destra xenofoba, Milo dichiara al Corriere che l’Alt-Right è
«una risposta populista e nazionalista contro il globalismo e le élite
non elette e corrotte che hanno maltrattato l’America per 30 anni». Non
solo: «È una forza correttiva necessaria che avrà un effetto
straordinario, soprattutto nelle università» dove nasce il «ridicolo
linguaggio in codice della sinistra progressista». E l’anima razzista e
sessista? «Non c’è da essere preoccupati», rassicura Yiannopoulos: «È
una sfida al politicamente corretto!». Seconda Milo, definito dal
«Guardian» «un incrocio tra un pitbull e Oscar Wilde», Internet è stata
cruciale nell’elezione di Trump «nonostante i tentativi della Silicon
Valley di spegnere le opinioni conservatrici e libertarie». Una prova?
«Proprio ieri Twitter ha sospeso gli account dei conservatori più
popolari». Nelle ultime ore il social network ha censurato, tra gli
altri, il suprematista bianco Richard Spencer e un think tank della
Virginia legato all’Alt-Right, per incitamento all’odio. Milo ha la sua
versione: «Sono stati cacciati perché hanno sostenuto l’elezione di
Trump. Ma le compagnie tecnologiche hanno perso e continueranno a
perdere». Anche sulla tesi che vede negli elettori del presidente dei
professionisti dell’odio, Yiannopoulos vuole stupire: «Il mio motto è
“risata e guerra”, perché nessuno può resistere alla verità che si
nasconde in uno scherzo fatto bene». Il partito repubblicano ha
sbagliato tutto? «La Destra perde quando è troppo arrabbiata o troppo
pomposa —. Facciamo sentire bene le persone!». D’altronde, non è un caso
se Bannon ha chiamato un trentenne cool per vendere la rabbia su
Internet.