mercoledì 16 novembre 2016

Corriere 16.11.16
«Il quaderno segreto di Van Gogh »
«Un brutto falso»: lite fra specialisti
di Stefano Montefiori

PARIGI Si tratta della «scoperta più rivoluzionaria nella storia dell’opera di Vincent van Gogh», secondo l’esperto britannico Ronald Pickvance, grande specialista del periodo provenzale del pittore. «Un falso monotono, maldestro e privo di verve», sostengono invece Teio Meedendorp e Louis van Tilborgh del Museo Van Gogh di Amsterdam.
La casa editrice Seuil ha presentato ieri in anteprima a Parigi un libro che riproduce 65 disegni inediti attribuiti a Van Gogh, e che uscirà domani in contemporanea in Francia, Olanda, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti e Giappone. Una grande operazione editoriale attesa dallo scorso giugno, quando l’editore Bernard Comment annunciò che era stato ritrovato un quaderno con i disegni di Vincent van Gogh.
Si tratta del libro contabile del Café de la Gare di Arles, un locale con camere dove Van Gogh abitò nell’ultima fase della sua vita. Il quaderno, ritrovato negli archivi del Café, è di proprietà di «una donna modesta che abita nel Sud della Francia e che desidera mantenere l’anonimato», hanno spiegato i responsabili di Seuil.
La donna ha contattato anni fa a Montecarlo il mercante d’arte Franck Baille, che a sua volta si è rivolto alla grande specialista canadese Bogomila Welsh-Ovcharov, che fu la curatrice della pr ima grande esposizione dedicata a Van Gogh al museo d’Orsay nel 1988 .
«Istintivamente — ha raccontato ieri l’esperta nordamericana — all’inizio mi rifiutavo di credere a quello che avevo sotto gli occhi. Ma, poco a poco, mano a mano che esaminavo i disegni più da vicino, sono stata soggiogata da un’emozione mai provata, prendendo coscienza che tenevo tra le mani, senza alcuna possibilità di dubbio, un’opera di uno dei più grandi artisti moderni».
L’esame scientifico — in particolare dell’inchiostro e della carta — è durato tre anni. Il libro di 288 pagine consiste nella riproduzi one commentata dei disegni, si intitola Vincent van Gogh, il registro di Arles, quaderno ritrovato ed è appunto firmato da Bogomila Welsh-Ovcharov.
A giudizio dell’esperta i disegni appartengono sicuramente a Van Gogh e coprono tutto il periodo provenzale dell’artista, dal suo arrivo ad Arles nel febbraio 1888 fino alla partenza da Saint-Rémy per Parigi, nel maggio 1890. Ci sono gli schizzi preparatori di capolavori come Ramo di mandorlo fiorito o Iris , e poi ritratti di Paul Gauguin e paesaggi della regione di Arles.
Mentre a Parigi, nei locali dell’Accademia di architettura di Place des Vosges, si stava concludendo la conferenza di lancio internazionale del libro, da Amsterdam è arrivato l’imbarazzante intervento del Museo Van Gogh: «Si tratta di imitazioni, i nostri esperti hanno esaminato stile, tecnica e iconografia dei disegni arrivando a queste conclusioni. Le immagini contengono errori topografici e l’autore si è basato su disegni decolorati di Van Gogh».
È affascinante constatare come i più grandi esperti mondiali di Van Gogh, sia quelli interpellati da Seuil a Parigi sia gli specialisti di Amsterdam, abbiano impegnato anni di lavoro e le loro notevoli reputazioni per arrivare a emettere sentenze non sfiorate dal dubbio, e opposte.
I disegni sono — certamente — un’opera autentica e magnifica per gli uni e — altrettanto certamente — una grossolana imitazione per gli altri.
Secondo Bernard Comment, l’editore di Seuil, «non è la prima volta che il Museo Van Gogh si sbaglia, sono dominati dalla rivalità e dalla gelosia. È inevitabile: c’è un tempio, e ci sono i guardiani del tempio».