Corriere 16.11.16
Ma Bannon l’«antisemita» non spaventa Netanyahu
di Davide Frattini
«Gli
isterici e irrazionali odio/paura di Israele (...) spesso fomentati nel
mondo occidentale tra i liberal». Così la Conservapedia spiega
l’«Israelofobia». Scritta da un volontario per l’enciclopedia online
della destra fondamentalista americana, la definizione potrebbe piacere a
Benjamin Netanyahu: i nemici politici fuori dal Paese, accusati di
anti-semitismo o antisionismo, sono sempre stati individuati tra i
progressisti. La nomina di Steve Bannon può preoccupare parte degli
ebrei, per ora non sembra impensierire il primo ministro israeliano e la
sua coalizione ultranazionalista. Breitbart News è stato fondato da
Larry Solov, un avvocato ebreo, con l’obiettivo di «creare uno spazio
che fosse dichiaratamente pro-Israele: sono stanco delle distorsioni
pubblicate dai media». Il sito non ha mai tradito la missione, neppure
quando Bannon ha preso la guida. Il neonominato consigliere di Donald
Trump segue in questo la linea ideologica dei gruppi per la supremazia
bianca: «Finché gli ebrei combattono contro gli arabi e rappresentano un
bastione degli ideali americani in Medio Oriente restano alleati molto
utili e da ammirare. Vengono considerati pericolosi, quando invece
chiedono che gli Stati Uniti siano una società multiculturale e
pretendono spazio per la loro religione», commenta Yael Sternhell
dell’università di Tel Aviv al giornale Forward . In sintesi i gruppi
alt-right possono essere antisemiti e sionisti. La rivista digitale
Politico fa notare che i portavoce dell’American Israel Public Affairs
Committee, potente organizzazione lobbistica che opera al Congresso, si
sono astenuti dal criticare Bannon. Anche Israel HaYom , il giornale più
letto in Israele, gli ha dedicato poche righe, senza riportare le
accuse di razzismo e xenofobia. Il quotidiano è finanziato da Sheldon
Adelson, il magnate ebreo che ha investito milioni di dollari accumulati
con i casinò a Las Vegas nell’elezione di un candidato repubblicano e
nella permanenza al potere di Netanyahu, attraverso il sostegno offerto
dal giornale distribuito gratuitamente.