domenica 13 novembre 2016

Corriere 13.11.16
Perché i clandestini in Italia risultano pochi
di Danilo Taino

Ci sono alcuni dati sorprendenti nelle statistiche sugli immigrati illegali pubblicate nei giorni scorsi da Eurostat. Soprattutto dal punto di vista dell’Italia. Tra il 2014 e il 2015 , il numero di presenze nella Ue definite illegali dall’ufficio statistico europeo è più che triplicato: da 670 mila a 2.136.000 . In gran parte a causa dell’ondata di rifugiati arrivata nel periodo ma anche in misura considerevole per i rafforzamenti dei controlli che diversi Stati hanno introdotto per individuare le presenze clandestine (che è ciò che entra nelle statistiche). La prima curiosità sta nel fatto che tra i Paesi con il maggiore numero di illegali individuati non ci sia l’Italia: sono Grecia ( 911 mila ), Ungheria ( 424 mila ), Germania ( 376 mila ), Francia ( 110 mila ), Austria ( 86 mila ). Questi cinque Paesi totalizzano l’ 89% degli immigrati non legali individuati nella Ue. L’assenza dell’Italia — dicono a Eurostat — sta probabilmente nel fatto che non tutti i clandestini vengono identificati e registrati dalle autorità.
Fatto che ha conseguenze: anche il numero degli ordini di espulsione dall’Italia è basso, 27.305 (2015) e si confronta con i 104.575 della Grecia, con i 79.950 della Francia, i 70.020 del Regno Unito, i 54.080 della Germania e via dicendo. Si tratta di persone alle quali è stato fatto obbligo di uscire da un Paese Ue ma che solo nel 36% dei casi hanno certamente fatto ritorno nella Nazione d’origine. Le statistiche di Eurostat si concentrano poi sul numero di migranti illegali respinti ai confini della Ue: nel 2015 , 298 mila . Di questi, il 56,6% dei casi è stato registrato in Spagna, 168 mila , in calo drastico però rispetto ai 510 mila del 2008 : segno che negli anni i respingimenti alla frontiera tra Ceuta e Melilla (Marocco) hanno disincentivato i tentativi di ingresso in Spagna. I respingimenti italiani sono invece stati 7.425 , contro i 30.245 della Polonia, i 15.745 della Francia, i 14.950 del Regno Unito.
Comprensibile, le lunghe coste italiane rendono difficile rifiutare l’ingresso a chi non avrebbe diritto di entrare nel Paese: solo il 3% dei respingimenti registrati nella Ue sono avvenuti ai confini di mare, contro l’ 81% registrato alle frontiere di terra e il 16% negli aeroporti. Meno spiegabile, invece, il fatto che in Italia venga individuato un numero basso di immigrati illegali presenti sul territorio nazionale: qui sembra es serci un limite dell’attività di controllo.