sabato 12 novembre 2016

Corriere 12.11.16
L’Unione sembra un club di vecchi reduci
di Danilo Taino

Europa confusa, nella reazione a Donald Trump presidente degli Stati Uniti. Ancora più che la sorpresa — che c’è stata anche questa volta, come dopo la Brexit — sono la lettura di quel che è successo in America, l’atteggiamento da tenere verso la nuova Washington e il senso di abbandono creato dal «tradimento americano» a dare l’idea delle difficoltà dei leader della Ue di fronte al mondo cambiato da un outsider. Tutti consapevoli di dovere collaborare ma Angela Merkel fredda, Jean-Claude Juncker sarcastico e sprezzante, François Hollande alla ricerca di chiarimenti. È una svolta della storia e il Vecchio Continente, disorientato, vacilla. In difficoltà per ragioni sue — Brexit, rifugiati, economia, Putin, Erdogan — l’Europa non era pronta per lo choc dell’8 novembre. Di fronte al riallineamento dell’ordine mondiale, è allibita. Impreparata più di quanto non lo siano Russia, Cina, India; e più di quanto non lo siano gli Stati Uniti stessi, che la svolta storica hanno innescato, e la Gran Bretagna, che verso nuovi equilibri stava già veleggiando. In una notte, un intero mondo è diventato vecchio. Persino nell’iconografia. Il passato darà la sua triste festa d’addio a Berlino, dal 16 al 18 novembre, quando Frau Merkel riceverà Obama: baci d’addio. Nella mattinata del 18, alla cancelliera si aggiungeranno Hollande, Renzi, Theresa May e Mariano Rajoy: quando è stato deciso l’incontro, nessuno prevedeva la svolta di Washington; ora, la festa sembrerà una rimpatriata di reduci del vecchio ordine transatlantico. A Trump, Merkel chiede il rispetto dei valori di libertà e democrazia. Giusto. Hollande vuole chiarezza su guerra al terrorismo, Ucraina, Siria, accordo nucleare con l’Iran e cambiamenti climatici. Più che giusto. La realtà, però, è che dietro alle corrette dichiarazioni politiche europee c’è il terrore che il mondo sia avviato verso le scorrette soluzioni politiche alle quali l’Europa del soft power non è in grado di rispondere. È il terrore della solitudine davanti a sfide straordinarie ora che l’alleato di 70 anni vuole ridimensionare i legami transatlantici. Ieri, a Berlino, numerosi politici speravano che Angela Merkel annunciasse al più presto la decisione di ricandidarsi: è l’unico paio di mani sicure nella vecchia Europa frastornata. Non può bastare.