Repubblica 9.10.16
Deficit, Moscovici frena l’Italia “2,4% non è cifra che pensiamo”
Visco: su Mps piano ambizioso
di Roberto Petrini
WASHINGTON.
Scatta da Washington la maratona che porterà al varo da parte del
consiglio dei ministri della legge di Bilancio 2017 sabato prossimo, 15
ottobre, e all’approvazione lunedì, 17 ottobre, del “Draft Budgetary
Plan” da inviare a Bruxelles. La settimana di fuoco di Pier Carlo Padoan
comincia domani con Eurogruppo e Ecofin, continuerà in Parlamento dove
martedì dovrà presentare la risposta ai rilievi dell’Upb, l’Ufficio
parlamentare di bilancio, e mercoledì ottenere un nuovo voto dal parte
della commissione Bilancio. Gli ostacoli non sono ancora tutti superati e
Moscovici, qui al Fondo, conferma l’apertura all’Italia ma pone un
paletto: il 2,4 è troppo. La partita si gioca così intorno ad un deficit
2017 sul 2,1-2,2 per cento, sufficiente a stimolare una crescita
programmatica dell’1 per cento del Pil che Padoan è intenzionato a
confermare.
Cruciale la trattativa con Bruxelles che da ieri è
entrata nella fase finale con un intenso bilaterale, a margine dei
lavori del Fondo, tra il nostro ministro dell’Economia e il commissario
agli Affri monetari Pierre Moscovici. «Ho riscontrato un atteggiamento
di grande collaborazione», ha riferito Padoan commentando il vertice.
Parole che trovano riscontro nelle dichiarazioni di Moscovici. Dopo le
“aperture” all’Atlantic Council il commissario francese ha descritto uno
«spirito costruttivo e positivo» e ha confermato che la Commissione
«terrà conto di alcune situazioni particolari come i rifugiati e il
terremoto». La strada non è spianata ma si sta trattando: il governo ha
chiesto un aumento del deficit-Pil al 2,4 per cento per eventi
eccezionali. Moscovici è sembrato irremovibile: «Non è la cifra che
abbiamo in mente e il governo italiano lo sa bene».
Arriva a
Washington anche l’eco del confronto sulle stime della crescita
programmatica fissata dal governo per il 2017 e contestata dall’Upb: il
motivo è che all’autorità sui conti pubblici risulta un Pil tendenziale
dello 0,6-0,7 contro l’1 programmatico del governo e una azione di
stimolo con un deficit al solo 2 per cento, come quello fissato da
Padoan nella nota al Def, non sarebbe sufficiente a raggiungere quel
livello di crescita. Padoan si è difeso dall’accusa di ottimismo. «La
reputazione dell’Upb dipende da quello che fa l’Upb, comunque io non
cambio idea confermerò le stime in Parlamento ». Questo obiettivo sarà
comunque più facile da raggiungere perché il deficit-Pil, se la
trattativa con Bruxelles andrà in porto, potrà salire al 2,1-2,2 per
cento e dunque fornire all’economia lo stimolo di cui l’Upb lamenta la
mancanza.
Il governatore della Banca d’Italia Visco ha respinto le
preoccupazioni dell’Fmi sulle sofferenze delle banche italiane e
soprattutto sulle piccole (sono solo 10 quelle sotto attenzione su una
platea oltre 450 complessive). Il numero uno di Via Nazionale ha difeso
anche il piano di salvataggio di Mps definendolo «giustamente ambizioso»
e indicandolo come «la strada da seguire». Il sistema bancario tuttavia
non è completamente al riparo: Mario Draghi, presidente della Bce, in
una breve conferenza stampa, dopo aver confermato nuovamente il Qe fino a
marzo e oltre, ha ammesso che i tassi bassi per un lungo periodo
possono aver effetti sulla stabilità finanziaria anche se «non ci sono
segnali di bolle».