Repubblica 8.10.16
Lo scontro nel partito
Base dem contro i vertici Bersani esulta e rilancia “Ora recuperiamo Ignazio”
Sui social processo al commissario romano Orfini: “Avete consegnato la città in mano ai 5Stelle”
di Tommaso Ciriaco Matteo Pucciarelli
ROMA.
 La pagina Facebook di Matteo Orfini è più o meno come il Pd romano: una
 distesa di macerie. Uno: «Marino non piaceva al vostro capo e siete 
andati dal notaio. Meglio tacere!». Due: «Hai consegnato Roma nelle mani
 dei cinquestelle ». Tre: «Te la canti e te la soni come sempre, eh 
Orfì?». Si potrebbe andare avanti per ore, i commenti sprezzanti sono 
centinaia. «Ma questi – assicura il commissario dem di Roma – non sono 
la base del Pd. I nostri sono più consapevoli di noi del disastro 
causato da Marino: un incapace».
Punti di vista. Non coincide con 
quello di Pierluigi Bersani, ad esempio. “Evviva!”, scrive l’ex 
segretario in un sms inviato all’ex sindaco a sentenza appena 
pronunciata. Walter Veltroni e Massimo D’Alema addirittura lo chiamano, 
Gianni Cuperlo e Roberto Speranza corrono a twittare sul suo riscatto. 
«Ma qualcuno del partito romano e nazionale – se la gode Antonio 
Bassolino - gli chiederà almeno scusa?». Non lo farà Matteo Renzi, che 
in privato ricorda che furono grillini e destra gli autori dell’esposto 
contro Marino: «Noi lo sfiduciammo perché non sapeva governare». Ci 
mancava solo questa, comunque. Perché se il ritorno sulla scena del 
chirurgo dalemiano è la miccia, il resto lo fanno mesi di passione 
interna. «Parliamoci chiaramente – ragiona Orfini – si era rotto un 
rapporto di fiducia, si andava avanti con le bugie. Per quello decidemmo
 di cacciarlo, per la cattiva gestione della città».
C’è tanto 
grillismo, a setacciare i social che inneggiano a Marino. Ma c’è anche 
una fetta importante di elettorato dem. Deluso, anzi «incazzato». 
Quelli, per intenderci, senza i quali non si spiega il 67,2% a Virginia 
Raggi. Quelli del circolo Donna Olimpia, i più “mariniani” di tutti. «Un
 anno fa lo dissi a Renzi - ricorda Bersani - chi forza la mano semina 
tempesta». E siccome l’ex segretario non ha mai interrotto il dialogo 
con Marino, il futuro promette abbracci inediti: «Ci sono le prossime 
battaglie da fare assieme. Sul referendum, ad esempio, la vediamo allo 
stesso modo». La crepa romana, insomma, rischia di allargarsi ancora. 
«Il Pd esce male da questa storia - lamenta - ma è l’occasione per 
recuperare una risorsa come Marino».
Non sarà facile, visto il 
veleno che straborda dai social. «Voi avevate l’obbligo di difenderlo – 
scrive su Facebook un “amico” (si fa per dire) di Orfini - non di fargli
 il funerale». La verità è che dopo due anni di commissariamento, 
scandali giudiziari, circoli chiusi e guerra tra bande, l’assoluzione 
nel processo per gli scontrini fa saltare una tregua di comodo. «Noi 
l’avevamo detto che era tutto sbagliato, abbiamo massacrato un partito –
 attacca il deputato Marco Miccoli – e adesso l’unica cosa che mi sembra
 sbagliata è il commissariamento di Orfini: andiamo oltre, per favore. 
Discutiamo del congresso. Affidiamo il percorso a una cabina di regia 
che rappresenti tutto il partito. Non so se è chiaro, ma qua non 
sappiamo chi deve votare, quali sono i tesserati e chi stabilisce le 
regole».
Andare oltre, come fosse facile. L’asse che nella 
Capitale tiene assieme i giovani turchi di Orfini e i renziani di 
Roberto Giachetti e Paolo Gentiloni pensa di posticipare il congresso 
capitolino all’autunno 2017, o comunque di farlo coincidere con quello 
nazionale. E in pochi si opporranno, perché i reduci della vecchia 
gestione faticano a riorganizzarsi e non disdegnano un nuovo rinvio. A 
meno che non torni in campo proprio Marino, la «risorsa» di Bersani. A 
tutti, maggioranza e opposizione, sembra rivolgersi a sera su Facebook 
l’utente Vincenzo Calcamucci: «Avete ammazzato il Pd e avete ancora il 
coraggio di parlare...».
 
