giovedì 6 ottobre 2016

Repubblica 5.10.16
L’avvocato Enzo Palumbo
“Non è la Cassazione che decide il quesito”
“Metto nel conto di perdere. Ma viviamo in uno Stato di diritto, le istituzioni rispettino le leggi”
Enzo Palumbo ha firmato il ricorso al Tar con Giuseppe Bozzi. Entrambi sono anche anti-Italicum
intervista di L. M.

ROMA. «Era l’unica via giusta». L’avvocato Vincenzo Palumbo non ha dubbi. E già si prepara all’udienza di oggi.
Perché vi siete rivolti proprio al Tar?
«Perché il nostro è uno Stato di diritto e i comportamenti delle istituzioni sono regolati dalla legge, e da nessun altro. E siccome la legge 352 del 1970 sui referendum, all’articolo 16, stabilisce con formula rigida quale debba essere il quesito sulla scheda di un referendum costituzionale, ne consegue che quello proposto dal governo e inserito dagli uffici del Quirinale, è contrario alla legge. Che nessuno può cambiare ».
Il Quirinale smentisce di aver svolto un qualsiasi ruolo. In ogni caso, non temete una sconfitta?
«Un avvocato mette sempre nel conto di poter perdere. C’è un proverbio veneto che recita “fabbisogno per intraprender liti: aver rason, saverla espor, trovar chi la intenda, chi la voglia dar, e debitor che possa pagar”».
E quindi?
«Voglio semplicemente dire che la legge c’è, è chiara, e si tratta solo di applicarla. E io confido che il giudice investito della questione lo farà».
Ma è la giustizia amministrativa la
la via giusta per dirimere una controversia cone questa?
«Se lei avrà la pazienza di leggere il ricorso vedrà che questo punto è esaustivamente trattato con riferimento a precedenti giurisprudenziali e dottrinali che hanno più volte affermato la giustiziabilità di decreti come questo. Negli Stati di diritto solo i giudici possono dire il “jus dicere”».
La strada giusta non avrebbe dovuto essere un ricorso in Cassazione, che ha varato il quesito?
«Bisogna avere chiaro qual è il compito di questo ufficio quando si tratti di referendum costituzionale. Diverso sarebbe il discorso se si trattasse di referendum abrogativo. Ma nel nostro caso la Cassazione ha solo il compito di ricevere le richieste referendarie formulate in base all’articolo 4 della legge 352 e valutarne la legittimità».
E perchè ipotizzate “colpe” del Quirinale?
«Non so chi ha proposto al Colle la formula, perché non è la Cassazione che decide cosa deve comparire sulla scheda. Il testo nasce dalla legge ed è rigido e immodificabile».