Repubblica 5.10.16
La figlia di un ex Nar e sua zia quei legami mai interrotti tra l’assessora e la destra
Nello staff della Muraro in Campidoglio lavora un’ex militante nera
Sua nipote, figlia di Pasquale Belsito, era in Ama con l’allora consulente finita sotto inchiesta
di Carlo Bonini
ROMA.
Come Pulcinella in mezzo ai suoni, l’assessora all’ambiente Paola
Muraro continua a ripetere a ogni legnata un autistico «vado avanti con
il pieno appoggio della sindaca», tenendosi alla larga da un proscenio
di cui ormai sono nitidi i contorni e da un’indagine penale in cui
risponde di reati ambientali e concorso in abuso di ufficio con l’ex
Presidente di Ama Franco Panzironi e l’ex dg Giovanni Fiscon, l’uno e
l’altro imputati nel processo Mafia Capitale. Quelli che consentono di
dire che la Muraro è la cruna dell’ago attraverso cui un sistema di
relazioni e interessi nato, cresciuto e battezzato dalla destra
post-fascista romana, ha rimesso le mani su Ama, la municipalizzata dei
rifiuti.
È una storia che si può documentare con le
intercettazioni telefoniche (storia della scorsa settimana) tra la
Muraro, Fiscon e Panzironi. Dunque, con il legame ora sentimentale, ora
di business (1 milione e 350 mila euro di consulenze) che legava la
prima agli altri due. Ma anche con quel reticolo familista proprio della
città e di quel clan che in gioventù portava la celtica al collo. Si
tratta di una storia minore, forse, eppure esemplare, che lega la Muraro
a una famiglia “nera”, i Di Pisa, che ha avuto una parte nelle vicende
della destra romana. E che documenta la microfisica e la vischiosità del
Potere che si è saldato intorno alla giunta M5S.
Accade infatti
che nello staff dell’assessora Muraro lavori oggi, quale dipendente
comunale distaccata, Maria Paola Di Pisa, educatrice di asili nido, e
già precedentemente “in distacco” (era il 2010) nello staff dell’allora
sindaco Gianni Alemanno. Maria Paola ha una sorella più giovane, Serena,
come lei già attivista di destra, cresciuta nel quartiere “nero”
Trieste, già militante di Terza Posizione, e con un ex compagno dal nome
e la storia pesanti. Pasquale Belsito, un ex Nar oggi all’ergastolo
dopo una lunga latitanza a Londra (nel febbraio scorso, ha tentato
l’evasione dal carcere di Secondigliano). Serena Di Pisa e Pasquale
Belsito hanno due figli: un maschio, Giulio, e una figlia, Elena,
entrambi non riconosciuti dal padre. E anche per questo “adottati” da
quella famiglia di ex camerati che, negli anni 2000, dopo aver deposto
la celtica e indossato la grisaglia della classe dirigente, comandano a
Roma.
Mentre Serena Di Pisa lavora nella segreteria di Andrea
Augello, senatore Ncd e all’epoca coordinatore delle campagne di
Alemanno, la figlia Elena, ingegnere ambientale, viene assunta in Ama
dalla coppia Panzironi-Fiscon in quella che sarà battezzata come la più
macroscopica delle Parentopoli dell’era Alemanno. E, coincidenza, viene
messa a lavorare agli impianti TMB di Rocca Cencia e Salario con Paola
Muraro, allora consulente ricchissima e potentissima dell’Azienda, la
“favorita” di Fiscon, il ventriloquo di Panzironi. Dura finché dura la
destra al potere, perché con l’arrivo di Daniele Fortini e Filippi in
Ama, 41 degli assunti della Parentopoli vengono licenziati. E tra loro
c’è Elena Di Pisa. La Muraro propone allora all’Azienda di riassumerla
con un contratto di collaborazione, ma Fortini si oppone. E ne avrà a
pentirsi. Perché sia lui che l’allora direttore generale Alessandro
Filippi diventano il bersaglio politico del senatore Andrea Augello e di
un altro pezzo da novanta della vecchia destra romana, il deputato
Vincenzo Piso (nel frattempo anche lui transfuga dal Popolo della
Libertà al gruppo Misto).
Raggiunto telefonicamente, il senatore
Augello spiega di «non aver avuto alcun ruolo nei rapporti tra Elena Di
Pisa e l’assessore Muraro, conosciuta per la prima volta in occasione
della sua audizione in Parlamento». È un fatto che nessuno sia in grado
di spiegare per quale motivo sia stata tirata a bordo della nuova giunta
una donna, la Muraro, che dichiarava pubblicamente di aver votato a
sinistra, ma i cui legami e incroci con la destra romana appaiono sempre
di più saldi come la gomena di una nave. Come anche la vicenda della
famiglia Di Pisa dimostra. Del resto, nel festival delle ricorrenze
“nere”, come svelato quando ancora la campagna elettorale non aveva
incoronato la Raggi sindaca, balla anche il nome di un’altra donna,
Gloria Rojo. Anche lei in Ama con Parentopoli. Anche lei per questo
licenziata. Era amministratore delegato della società di recupero
crediti che finanziava la fondazione di Alemanno, la “Hgr” fondata da
Panzironi, di cui era Presidente, per conto dello studio Sammarco, la
giovane “praticante di studio” Virginia Raggi. Come la Muraro oggi,
anche la sindaca, allora, liquidò la faccenda come un irrilevante
dettaglio, senza spiegare mai, tuttavia, perché avesse eliso dal suo
curriculum quell’esperienza in “Hgr” che la legava, insieme, allo studio
Sammarco e all’imputato di Mafia Capitale Franco Panzironi.