Repubblica 4.10.16
Strappo ai vertici del Pd arriva il testo antiballottaggio
Il
presidente del partito Orfini e il ministro della Giustizia Orlando
depositano alla Camera un ddl ispirato al modello greco: “Può piacere ad
Alfano, a FI, a Cuperlo, a Sinistra italiana. E anche ai bersaniani se
non vogliono dire sempre no”
Adesso i testi di riforma
dell’Italicum diventano quattro, potrebbe partire l’esame parlamentare
Anche Ncd sta per presentare la sua proposta, sempre col turno unico
di Goffredo De Marchis
ROMA.
Contro il ballottaggio, anche dentro la maggioranza renziana. Lo
strappo arriva dai “giovani turchi”, la componente che fa capo a Matteo
Orfini e Andrea Orlando, ovvero al presidente del Pd e al ministro della
Giustizia. Orfini ha depositato alla Camera una proposta di legge che
cancella il secondo turno, da sempre la trincea che Matteo Renzi non
vuole mettere in discussione. «È un’ipotesi che può piacere a Cuperlo,
ad Alfano, a Sinistra Italiana, a Forza Italia e alle forze più piccole
del centrodestra », garantisce il presidente dem. E ai bersaniani? «Se
non vogliono dire sempre di no, anche. C’è il turno unico come
propongono loro». Nel Partito democratico c’è quindi chi ha preso sul
serio l’apertura del premier sull’Italicum, nonostante la frenata di
ieri. Si muovono non solo gli eterni dissidenti, ma anche chi per il Sì
al referendum costituzionale è pronto a dare anima e corpo. Una proposta
in più significa che è sempre più difficile reggere esclusivamente con
gli annunci stop and go sulla legge elettorale votata un anno fa.
Significa che la discussione in Parlamento è destinata a partire. Anche
l’Ncd ha pronto il suo testo e lo presenterà nelle prossime ore.
Maurizio Lupi, il capogruppo alla Camera, ne sta parlando in giro. Anche
nel caso del Nuovo centrodestra il turno dovrebbe essere uno solo con
il ritorno alle coalizioni. I “turchi” sono contro le coalizioni.
«Vogliamo mantenere l’impianto dell’Italicum così com’è, non si deve
ricominciare da zero», spiega Francesco Verducci, estensore della pdl
insieme a Orlando, Orfini e Roberto Gualtieri, oggi presidente della
commissione Bilancio all’Europarlamento.
Le circoscrizioni restano
100, con i capilista bloccati. Invece di un premio di maggioranza
s’introduce un premio di governabilità al primo partito. La soglia
minima per accedervi è il 20 per cento. Chi lo supera ha diritto a 90
seggi in più, secondo il modello greco. Se sta vicino al minimo avrà
bisogno di allearsi con almeno un altro partito per governare. Se
raggiunge il 35 per cento, avrà la maggioranza assoluta senza alleati.
«Non ho parlato con nessuno - dice Gianni Cuperlo -. Credo che il
sistema migliore sia a turno unico, con i collegi, che garantisca la
rappresentanza. Poi, rispecchiando il modello greco, una quota fissa di
premio di governabilità: 100 seggi andrebbero bene». Un’idea che si
avvicina alla proposta di Orfini.
Adesso i testi di riforma
dell’Italicum depositati sono 4: il Mattarellum 2.0 dei bersaniani
Speranza e Fornaro, il proporzionale puro dei 5 stelle, la proposta di
Pino Pisicchio che dichiara nullo il ballottaggio se non vota il 51 per
cento degli elettori e il ddl dei “turchi”. Se il Pd vuole, anche senza
una modifica patrocinata dal suo segretario, ci sono le condizioni per
avviare l’esame nella commissione Affari Costituzionali. Prima del 4
dicembre, sapendo che sarà poi il risultato referendario a determinare i
rapporti di forza. È quello che ha sempre suggerito al premier Dario
Franceschini: un segnale che andasse oltre le parole o le promesse. E
non è sufficiente, forse, la mozione approvata alla Camera due settimane
fa.