il manifesto 4.10.16
Speranza (Pd): «Italicum, ancora solo parole. Non ci sono fatti, voto no»
Legge
elettorale. Il capofila della minoranza bersaniana: referendum, da
maggio a dicembre è la campagna elettorale più lunga della storia. Ma il
paese vive un’enorme questione sociale, così allontaniamo le persone
dalla politica
intervista di Daniela Preziosi
ROMA
«Siamo di fronte alla più lunga campagna elettorale della storia della
Repubblica. È iniziata a maggio finirà a dicembre. E guardi, io giro il
paese come una trottola. Le assicuro che la gente ha la testa ad altro.
C’è una questione sociale fortissima. Questa politica chiusa nel
castello del dibattito istituzionale rischia di allontanarsi ancora di
più dai cittadini». Italicum no grazie, vorrebbe rispondere Roberto
Speranza, capofila della minoranza Pd. Non può farlo, naturalmente, ma
si sfoga: «Il dibattito sul referendum, ha sequestrato la politica e ci
disconnette dal paese. Pensare di riconquistare la fiducia con la chiave
istituzionale è un errore».
Avevamo capito che Renzi volesse
proporre come cambiare l’Italicum. Invece ora dice che la mossa spetta
agli altri. Alla prossima direzione Pd voi farete una proposta??
L’abbiamo
fatta da mesi. È pubblica, è anche depositata al senato con la firma di
una ventina di senatori. È il Mattarellum 2.0, risponde alle due
questioni che abbiamo posto in questi mesi. Primo: che i cittadini
possano scegliere i propri deputati. Con l’Italicum la maggioranza
assoluta di deputati sarebbe composta da nominati. Secondo: che non si
consenta a una minoranza di diventare maggioranza assoluta in parlamento
attraverso un artificio elettorale.
Renzi non vuole rinunciare al ballottaggio. Per voi il turno unico è una condizione irrinunciabile?
Ma
non è l’unica. Il meccanismo del ballottaggio così com’è congegnato
nell’Italicum può portare una minoranza nella società a dominare in
parlamento. È un punto che ho posto sin dall’inizio, per questo ho
votato contro la legge, non ho votato la fiducia posta in maniera
sconsiderata dal governo, e poi mi sono dimesso da capogruppo alla
Camera. E l’ho fatta prima che i grillini vincessero 19 ballottaggi su
20.
Insomma giudica finta questa ennesima mossa di Renzi.
Sono
stanco di leggere interviste, segnali di fumo, criptoaperture, mozioni
farlocche. Io sulla legge elettorale ho fatto cose chiare. Quando Renzi
ha detto ’decide il parlamento’ da parlamentare ho fatto una proposta.
Le mie idee sono lineari. Ma la mia attività politica non è ogni giorno
cercare di interpretare l’ultimo retroscena.
L’interpretazione più
probabile è che Renzi cerchi di recuperare, per il referendum, i voti
di chi come voi è contrario all’Italicum.
Io giudico i fatti, e i
fatti sono quelli che ho detto. Al momento altri non ne vedo. Il tempo
delle parole è finito. Tra referendum e legge elettorale c’è un rapporto
stretto, anzi sono un’unica grande riforma: le due leggi sono
inscindibili perché nel momento in cui tu stai deliberando che una sola
camera fa le leggi e dà la fiducia al governo diventa decisivo come
eleggi quella camera. Dunque con l’Italicum io voto no al referendum.
Crede che la legge elettorale potrà essere cambiata prima del referendum?
Ma non sta a me. Ogni giorno su un giornale c’è una velina con le ipotetiche.
Secondo D’Alema per cambiare l’Italicum in meglio si deve prima bocciare la riforma costituzionale. È d’accordo?
A differenza di D’Alema io sono un deputato, ho fatto una proposta e su quella misurerò il dibattito del mio partito.
Secondo Renzi il referendum si vince con i voti della destra. È una questione di algebra?
Io
incontro tante persone di sinistra e centrosinistra orientate a votare
no. E che quando Renzi dice che si vince a destra si sentono persino
incentivate a votare no.
Ma Renzi lo dice da sempre. Ve ne lamentate ancora?
Non
è vero, questa è una caricatura. Quando dice di essere disposto a
perdere voti per salvare una vita in mare sono orgoglioso degli
argomenti del mio segretario. E quando si batte contro l’austerità.
Altre scelte sono sbagliate rispetto alla domanda di equità sociale che
c’è nel paese: togliere le tasse sulla casa ai milionari, dare 500 euro
ai figli dei milionari come a quelli dei disoccupati .
Il clima elettorale farà bene alla legge di bilancio?
Spero
che punti su due elementi di fondo: investimenti e equità, ossigeno per
chi resta indietro. C’è bisogno di una misura vera e universale di
contrasto alla povertà, che non si esaurisce con le pensioni su cui pure
si sono fatti passi avanti. E investimenti: pubblici e privati possono
essere il vero fattore per rilanciare la crescita. Sanità, piano per
l’edilizia, infrastrutture.
Parla del Ponte sullo Stretto?
Ma no. Ci sono ben altre infrastrutture indispensabili. Per esempio l’alta velocità si ferma a Salerno.