Repubblica 3.10.16
Quei figli contesi tra due mamme gay svolta alla Consulta
L’ex della madre biologica: ho diritto di vederli anch’io La Corte verso il sì: deve prevalere l’interesse dei minori
di Liana Milella
ROMA.
L’interesse dei minori prima di tutto. In una coppia dello stesso
sesso, che va in crisi, anche il genitore non biologico ha gli stessi
diritti sui figli. Non nel suo “interesse”, ma per quello dei bambini.
Verdetto importante in arrivo dalla Corte costituzionale. Anche quando
una coppia di fatto si scioglie, il partner che non ha né un legame
biologico, né tantomeno uno giuridico riconosciuto con i figli può
ugualmente continuare il rapporto che ha avuto fino a quel momento e far
pesare i suoi diritti nella coppia verso i figli. Quindi vederli come
se avesse fisicamente contribuito a farli nascere e come avviene quando
si separa una famiglia tradizionale.
Dalla Consulta è in arrivo —
domani quando, relatore il giudice Mario Rosario Morelli, si svolgerà
prima l’udienza pubblica e poi la camera di consiglio — un’altra
decisione che spinge in avanti la frontiera delle unioni tra donne o tra
uomini che hanno dei figli i cui diritti, secondo la Corte, devono
essere prioritari e identici a quelli di una coppia tradizionale.
LA NASCITA DEI DUE GEMELLI
La
storia che finisce alla Consulta si svolge a Palermo, dove due donne —
le chiameremo Nadia e Lucia, Nadia la madre biologica, Lucia la
convivente — vivono la loro storia d’amore che dura per otto anni. Una
coppia di fatto. In cui a un certo punto c’è anche la voglia di avere un
figlio. La fecondazione in Spagna è la via più semplice per farlo
nascere. Arrivano due gemelli. Inutilmente le due compagne cercano anche
una legittimazione giuridica, il riconoscimento in tribunale anche per
Lucia: nel 2011 le toghe dicono di no. Poi purtroppo arriva la crisi, la
coppia si scoppia, e qui cominciano i guai, che domani finiranno sul
tavolo della Consulta.
LA GUERRA IN TRIBUNALE
Da tre anni in
qua Nadia e Lucia si sono scontrate a colpi di sentenze. Prima quella
del tribunale di Palermo — il 6 aprile del 2015 — che riconosce a Lucia
il diritto di mantenere un rapporto stabile con i gemelli e fissa anche
tempi e modi. Una decisione che riconosce il ruolo di “genitore sociale”
di Lucia, visto che lei non ha alcun legame biologico con i bambini.
Esiste però un legame stabile che è maturato nel tempo, una consuetudine
familiare. Quindi, nell’interesse del minore, questo legame non può
essere tagliato da un giorno all’altro solo perché la coppia è andata in
crisi. Ma attenzione, perché il tribunale prende atto che Lucia non ha
alcuna legittimazione giuridica per rivendicare il suo diritto di
partner.
LO STOP DELLA MADRE
Inevitabilmente Nadia contesta
la decisione del tribunale e ricorre alla Corte d’Appello di Palermo. Le
sue ragioni e motivazioni sono del tutto opposte a quelle del
tribunale. Lucia, l’ex compagna, non può rivendicare alcun diritto
perché non ha né un legame giuridico, né tantomeno uno biologico con i
gemelli. Al massimo la madre naturale le può concedere di vederli per un
pomeriggio a settimana, senza neppure la possibilità di dormire insieme
per una notte.
L’ARTICOLO CONTESTATO
Il 27 maggio del 2015
la Corte di Appello si ferma. Sospende la decisione del tribunale e
riflette fino a fine agosto quando decide che l’unica via d’uscita è un
ricorso alla Consulta. Perché di mezzo c’è un articolo del codice civile
— il 337-ter — che per i giudici palermitani presenta più di un vizio
di costituzionalità, soprattutto laddove non consente di applicare la
vasta e consolidata giurisprudenza europea sui minori e sul loro
interesse ad essere comunque garantiti anche a una madre non biologica,
ma madre di fatto per molti anni. Così recita il 337-ter: «Il figlio
minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo
con ciascuno dei genitori, di ricevere cura, educazione, istruzione,
assistenza morale da entrambi e di conservare rapporti significativi con
i parenti di ciascun ramo genitoriale». Ma parliamo di genitori
“biologici” e non di colei che è vissuta accanto al figlio come una
madre di fatto.
IL PASSO AVANTI DEI GIUDICI
E proprio qui si
gioca la novità nella scelta che la Consulta si appresta a fare,
tenendo come faro l’interesse dei figli, ampiamente riconosciuto dalla
Convenzione dei diritti dell’uomo, testo che la Costituzione impone di
non ignorare. Il figlio, e quindi la madre di fatto pur priva di legami
biologici, ha gli stessi diritti di un genitore tradizionale. Il suo
essere “genitore sociale” ne fa una protagonista obbligata nella vita
del bambino. E quindi Lucia, la convivente di Nadia, si vedrà
riconosciuto il suo diritto di stare con i gemelli. Quanto all’articolo
337-ter del codice civile il suo destino sarà quello di dover
comprendere anche i genitori non biologici.