Repubblica 31.10.16
Rick Falkvinge, l’iniziatore del Partito del web nel mondo che ha ispirato Birgitta: “Ha triplicato il bacino di voti”
“Siamo global e onesti ma il cambiamento richiede più tempo”
“Per arrivare al governo passeremo per uno scontro tra generazioni”
intervista di Francesca De Benedetti
Da
 un lato imprenditore, dall’altro ribelle. Occhio azzurro a destra, 
benda da pirata a sinistra. Rick Falkvinge è il “pirata maximo”, 
l’iniziatore del movimento: dalla sua Svezia nel 2006, a 34 anni, diede 
vita al partito pirata, che Birgitta Jónsdóttir ha esportato in Islanda 
nel 2012. Oggi che la bandiera bianconera è ammainata anche 
all’Europarlamento, Falkvinge è diventato l’evangelista del movimento. 
Diffonde le idee, accende le speranze. Affronta le delusioni.
Da favoriti a terzo partito: i sondaggi hanno sbagliato, in Islanda i pirati non guideranno nessun governo. Una batosta?
«Credevate davvero che in soli dieci anni ci saremmo potuti trasformare da manipolo di appassionati a partito di governo?».
Molti lo speravano. Lei no?
«Sì,
 ma non sono deluso: gli islandesi di Birgitta hanno triplicato il loro 
bacino di voti. Non è escluso che entrino nella futura coalizione. 
Soprattutto, hanno imposto nel dibattito parole come “cambiamento”, 
“trasparenza”, “speranza”».
Il movimento adesso risentirà della doccia fredda?
«Queste
 elezioni d’Islanda sono state drogate dalle aspettative alte e ora la 
realtà è un atterraggio doloroso. Ma dal mio punto di vista, stiamo 
viaggiando anche troppo veloci, in Europa».
Se l’Islanda degli 
scandali si affida ancora alle forze politiche tradizionali, lei crede 
che in Europa arriverete mai al governo?
«Abbiamo messo un piede 
in Svezia, Germania, Gran Bretagna. Siamo entrati nelle istituzioni, 
anche a Strasburgo. Il popolo dei pirati è giovane, è nato con internet e
 si illude che il cambiamento sia rapido come un click. Io dico: 
ragazzi, stiamo andando anche troppo veloci rispetto al solito. Da voi, 
per esempio, i 5 Stelle hanno attecchito in fretta ma Grillo ha 
“approfittato” della sua fama di comico. Noi invece nasciamo totalmente 
dal basso e le trasformazioni richiedono tempo. Il movimento 
ambientalista impiegò 25 anni per imporsi nelle istituzioni, noi meno di
 10. Ora siamo vicini a uno scontro tra generazioni, è inevitabile».
La
 europarlamentare pirata Julia Reda ha trent’anni. Birgitta è una 
giovane donna. Ma lei con “scontro generazionale” intende altro, o 
sbaglio?
«Sì, non parlo solo dell’età dei
frontrunner, ma 
delle idee. I pirati nascono con alcune idee forti: la trasparenza, 
l’obbligo per chi ci rappresenta di rendere conto delle sue azioni, la 
riduzione delle mediazioni a favore della partecipazione diretta. Per 
chi nasce “con internet” tutto questo è naturale, infatti i pirati sono 
perlopiù giovani».
Per salire al potere dovrete sedurre anche i più anziani?
«La
 vecchia guardia non cederà il potere, per arrivare al governo dovremo 
passare per un conflitto. Ogni nuova generazione deve ri-affermare la 
democrazia. Gli innovatori di ieri, ormai sono establishment. Noi 
“tecno-politici” siamo gli innovatori di oggi. Ci vorranno anni perché 
le vecchie generazioni colgano l’importanza di temi come la privacy. 
L’Inghilterra, che passò dal vapore all’elettricità, per 50 anni ha 
continuato a costruire le fabbriche vicino ai corsi d’acqua».
Quali sono le “idee giovani” alle quali prima o poi l’Europa si dovrà arrendere?
«Più
 che un’idea è uno stile di vita: collaborativo, partecipativo. Ci sono 
temi “vecchi” che preoccupano gli europei, come il bisogno di lavoro, e 
temi “nuovi”, come la sorveglianza. La differenza sta nel modo di fare 
politica: noi “pirati del web” siamo globali, trasparenti, senza 
gerarchie né intermediari. I politici del futuro saranno come gli 
youtuber: parleranno direttamente a milioni di persone. Cambiato 
l’approccio, cambieremo le priorità: per esempio è fantastica l’idea di 
trasformare l’Islanda in un porto sicuro del free speech, un paradiso 
dei server, una Svizzera dei bit».
 
