lunedì 31 ottobre 2016

Repubblica 31.10.16
Perché No
Guido Calvi, giurista già membro del Csm e senatore, presiede il comitato ScelgoNo fondato da D’Alema“Le istituzioni nelle mani del governo”
Sconcertante il giudizio preventivo della Corte sulle leggi elettorali: blocca i poteri del capo dello Stato

ROMA. I cinque giudici costituzionali nominati dal Parlamento non saranno più eletti in seduta comune, ma due dal Senato e tre dalla Camera. Questo per evitare che la maggioranza di governo imponga i suoi candidati. Non è una garanzia sufficiente, avvocato Guido Calvi, per le minoranze?
«No. La Corte è l’istituzione che tutela la legittimità costituzionale delle leggi. Questa è la sua funzione di garanzia, che va tutelata. La riforma tra i tanti danni provoca anche lo squilibrio dell’intero sistema ordinamentale, perché elimina ogni forma di controllo sui poteri del governo. Le istituzioni di garanzia come la Consulta, oltre al presidente della Repubblica e al Csm, diverranno espressione della maggioranza e quindi ad essa organici».
I due giudici eletti dai senatori- consiglieri saranno espressione dei territori?
«Non potranno esserlo. Sono giudici senza competenze limitate. Ma c’è una innovazione sconcertante e assai pericolosa. Si introduce una sorta di consultazione preventiva sulle leggi elettorali. Il rischio è la politicizzazione della Corte, perché viene demandata a un giudice una legge prima della sua promulgazione. E se la Consulta dovesse esprimere dubbi sulla sua costituzionalità non si comprende come il capo dello Stato potrebbe, prima della promulgazione, controfirmare la legge oppure rinviarla alle Camere chiedendo un nuovo esame».
Gli otto membri laici del Csm continueranno ad essere eletti dal Parlamento in seduta comune, ma il peso del voto senatoriale si ridurrà. Vede dei rischi in questo?
«Se dovesse essere approvato l’Italicum ogni equilibrio tra i poteri verrebbe inficiato . La maggioranza del 54 per cento alla Camera e i parlamentari dello stesso partito al Senato insieme potrebbero eleggere tutti gli otto componenti del Consiglio. E quindi anche la componente laica del Csm sarebbe espressione della maggioranza e del governo. Così anche per la magistratura viene meno il sistema dei freni e dei contropoteri, indispensabile per controllare e limitare i poteri dell’esecutivo.