Corriere 31.10.16
La sinistra non vede un’intesa
Pronta la campagna per il No
Scetticismo sull’Italicum, gelo su Cuperlo in piazza. Lui: lo rifarei
di Alessandro Trocino
ROMA
Miguel Gotor oggi sarà a Foggia, per rappresentare il No al referendum,
insieme a Gaetano Quagliariello. Per i prossimi giorni ha già una
ventina di inviti, a cominciare da Sorrento venerdì. Roberto Speranza ne
ha a decine anche lui di inviti sul territorio, a cominciare dal
prossimo, il 4 novembre in Puglia. Li tiene in stand by, «per rispetto
alla trattativa ancora in corso», ma è una formalità. Insomma, il treno
del No con altre decine di appuntamenti in tutta Italia della minoranza
dem è già partito e sembra aver lasciato a terra Gianni Cuperlo. A far
salire la tensione, e indignare molti a sinistra, è stata anche la sua
partecipazione a sorpresa, con tanto di accoglienza festosa, alla
manifestazione del sì in piazza del Popolo.
Speranza è rimasto di
sasso, avvertito solo pochi minuti prima dell’arrivo in piazza,
nonostante diverse telefonate nei giorni precedenti: «Molti di noi sono
stati spiazzati da questa partecipazione». Perché, spiegano a sinistra,
«è come se avesse già deciso di dar ragione a quelli del Sì, di cedere
alle parole vaghe di Renzi e dei suoi». Speranza non si pronuncia da
settimane, aspettando di capire se si produrrà l’attesa retromarcia
sulla legge elettorale. Ma il Comitato lanciato da Renzi stenta a
decollare. Un risultato era stato promesso prima della manifestazione.
Poi è slittato: mercoledì sera ci sarà un’altra riunione, ma stavolta lo
scetticismo è totale.
Cuperlo ieri ha voluto confermare su
Facebook la sua posizione: «Con il senno del giorno dopo tornerei in
quella piazza». Perché «lì c’era un pezzo del Pd e della sinistra».
Anche se lo stesso rispetto, «forse anche più grande», va «a chi in
quella piazza non è andato perché non la sentiva sua». Cuperlo ribadisce
la sua posizione, per chiarezza: «Se nei prossimi giorni ci sarà un
atto concreto del segretario sull’Italicum si potrà ridurre la frattura.
Altrimenti voterò no e ne trarrò le conseguenze annunciate». Ovvero le
dimissioni da deputato.
Cuperlo sente il clima negativo che si sta
creando intorno e reagisce: «In politica si può sbagliare e nel mio
piccolo sono più gli errori che mi imputo che non i meriti. Però questo
spirito distruttivo, questa denigrazione dell’altro che segna come un
marchio questa stagione, temo possa scardinare quel tanto di coesione
senza la quale non si costruisce nulla. Ripeto: chi è alla guida porta
di su di sé le responsabilità più grandi: e purtroppo ancora nel
discorso di ieri questa consapevolezza è apparsa mancante. Io continuerò
a cercare la via di un altro metodo».
Via che in diversi nella
minoranza credono che sia ormai un vicolo cieco. Non è un caso che Gotor
attacchi sarcasticamente la partecipazione di Cuperlo alla
manifestazione di piazza del Popolo: «Credo che si sia interrogato a
lungo, morettiamente, se lo si sarebbe notato di più andando o restando a
casa. Poi ha deciso di andare e in effetti ha avuto ragione: lo si è
notato di più». Con risultati decisamente sgraditi al senatore della
minoranza: «Ho visto il selfie con la Boschi: sembrava il rapace che
acchiappa l’uccellino». Insomma, per Gotor Cuperlo è stato arruolato
nelle fila della maggioranza renziana. Senza reali speranza di un vero
accordo in zona Cesarini sulla legge elettorale: «Serve un provvedimento
di legge a nome del governo, irreversibile. Noi crediamo nei miracoli
ma siamo come San Tommaso: se non mettiamo il dito nel costato del
Signore, non ci crediamo».