domenica 2 ottobre 2016

Repubblica 2.10.16
Lite sui migranti, torna la supertassa
Il Consiglio di Stato smentisce il Tar del Lazio che aveva bocciato i 200 euro chiesti per il permesso di soggiorno
Ma la Corte di giustizia europea è pronta ad aprire una procedura contro l’Italia: “Stranieri discriminati”
di Franco Vanni

MILANO.  È braccio di ferro fra giustizia europea e governo italiano sul costo dei permessi di soggiorno per i migranti. Da una parte la Corte, con sede in Lussemburgo, che un anno fa ha bollato come «irragionevolmente alta» la somma di 245 euro che gli stranieri devono pagare come “contributo” per ottenere il permesso di lungo periodo. Dall’altra, il ministero dell’Interno che in una nota firmata il 16 settembre scorso invita «i signori questori della Repubblica » a pretendere dagli stranieri gli importi previsti dal testo unico sull’immigrazione. Una contesa che potrebbe costare caro all’Italia. «Abbiamo notizia certa del fatto che sulla questione del costo dei permessi sarebbe stata avviata da parte dell’Europa la fase pre-contenziosa della procedura di infrazione », dice l’avvocato Alberto Guariso, che assieme al collega Livio Neri assiste alcuni degli immigrati che hanno fatto ricorso prima al Tar e poi al Tribunale civile per l’elevato costo delle pratiche necessarie a ottenere i permessi di soggiorno. Una circostanza che l’Avvocatura dello Stato non smentisce.
La Corte di giustizia ha indicato che il giusto costo per la concessione dei permessi sarebbe «quanto pagato per i cittadini italiani per prestazioni analoghe ». Vale a dire, al massimo 30,46 euro, importo previsto per le alcune operazioni anagrafiche online. La nota del ministero, che in questi giorni sta raggiungendo tutte le questure d’Italia, fa invece riferimento a un provvedimento del Consiglio di Stato emesso due settimane fa, che sospende gli effetti di una pronuncia del Tar del Lazio dello scorso maggio favorevole agli immigrati che hanno fatto ricorso contro «una tassa dal costo — dicono — semplicemente assurdo».
L’udienza di merito al Consiglio di Stato sulla questione del prezzo dei permessi è fissata per il prossimo 13 ottobre. Ma il ministero si è portato avanti. Non solo pretende che gli immigrati tornino a pagare la “super tassa” per potere stare in Italia. Ma dà indicazione ai questori di pretendere quelle somme anche a chi ha presentato la domanda in data precedente alla sospensiva del Consiglio di Stato. «Le Signorie Loro — si legge nella circolare — avranno cura di adempiere alla medesima attività di verifica anche laddove le istanze siano state presentate in data anteriore il 14 settembre e non abbiano ancora visto la definizione».
L’avvocato Guariso commenta: «È assurdo chiedere agli stranieri di versare somme che la Corte di giustizia ha già dichiarato illegittime. Lo Stato dovrà inevitabilmente restituire i soldi a chi ingiustamente li ha dovuti pagare».