domenica 2 ottobre 2016

Repubblica 2.10.16
Zagrebelsky racconta il match “Matteo è come un’anguilla”
“Il premier ha risposto altro rispetto ai miei argomenti, mai sentito più a disagio”
Per il costituzionalista il faccia a faccia su La7 “ha rimarcato le nostre distanze”
di A. Lo.

ROMA.«Quando è finita ho pensato che mai mi ero sentito più a disagio. Era tardi, io e Renzi ci siamo salutati, prima ci hanno costretto a fare un selfie. Figurarsi come piacciono a me i selfie...». Gustavo Zagrebelsky non perde il suo tratto disincantato, anche ironico. Il giorno dopo la maratona televisiva con il premier da Mentana, è già a Genova per un’altra manifestazione. Però gli è rimasto il sapore di un incontro che «politicamente non è servito a nulla » e culturalmente ha marcato «la nostra distanza culturale».
Match difficile sul no e il sì al referendum: il professore dall’eloquio raffinato e il capo del governo, noto talento nella comunicazione. Risultato? «Non siamo mai stati sulla stessa lunghezza d’onda - dice Zagrebelsky - sono uscito dallo studio insoddisfatto ma in tanti mi hanno detto che ho dato visibilità ad un altro mondo e questo mi fa piacere». Silurato da Anna Finocchiaro che considera «infondate» le sue preoccupazioni sui contrappesi nella nuova Carta, il professore può registrare i commenti entusiasti di Schifani e Brunetta. Quest’ultimo parla di «figuraccia» di Renzi, mentre Bersani, che non ha visto il duello, perché impegnato in un’iniziativa politica, assicura che comunque se lo «immagina»: «Renzi avrà fatto il funambolo, Zagrebelsky sarà stato pertinente».
Una cosa è certa: per l’ex presidente della Corte è stata una serata faticosa. Se ci saranno altri inviti, dice, «dovrò riflettere». Non gli è piaciuto lo stile del confronto: «Renzi mi è sembrato un’anguilla. Ha sempre risposto altro di fronte ai miei argomenti». Forse un senso di frustrazione per tutte quelle ore davanti ai riflettori in cui «due mondi non si sono incontrati » e anche un po’ di fastidio per la deferenza esibita dal premier, quel “professore io la rispetto” ripetuto più volte: «Un trucchetto costruito da qualche suo consulente della comunicazione ». Eppure, dopo tanto tempo, un incontro con tempi lunghi che permettono di finire le frasi, di offrire pensieri compiuti. C’è stato anche il riferimento di Renzi all’Italicum, la ribadita apertura a ritoccare la legge. Il professore però ridimensiona: «Non che Renzi non sia sincero ma vi paiono esistenti le condizioni per cambiare la legge elettorale? Tutti la vogliono cambiare e tutti in maniera diversa. Perciò rischia di rimanere così».