sabato 29 ottobre 2016

Repubblica 29.10.16
Le amicizie pericolose
Adesso l’America rischia di consegnarsi in mano a “The Donald”
di Vittorio Zucconi

LA “October Surprise”, la notizia bomba che esplode in ottobre alla vigilia del voto e fa saltare in aria le candidature alla Casa Bianca, è piombata ieri su Hillary Clinton sganciata dal direttore dello Fbi. Oltre i pettegolezzi e le accuse, le antipatie e le critiche per la persona, l’annuncio che la massima autorità investigativa federale tornerà a frugare tra le email di una terza persona, Anthony Weiner, l’ex marito dell’amica di Hillary, Huma Abedin, calza come un guanto nella propaganda del suo avversario Donald Trump e sulla sua descrizione di Hillary la «disonesta», la «criminale». «È stata la giornata più bella della nostra campagna elettorale», ha detto il repubblicano.
Il prolungamento dell’inchiesta che il direttore dello Fbi aveva chiuso in luglio senza chiedere l’incriminazione di Clinton e oggi muove da un non meglio precisato «nuovo materiale» portato a conoscenza dei “federali” soltanto ieri l’altro, è la materia della quale sono fatte le teorie complottiste. Dopo che per mesi Trump aveva gridato alla congiura dei media, della finanza, dell’establishment e dello stesso Fbi per favorire la sua avversaria venendo oggi smentito, tocca ai Democratici e a Hillary chiedersi chi abbia fornito allo Fbi, dopo mesi di setacciamento della corrispondenza elettronica della Segretaria di Stato, questo materiale inedito e importante al punto di riaprire il dossier. E perché il direttore lo abbia rivelato all’undicesima ora dell’undicesimo giorno.
Importanti, queste scoperte, devono essere, perché James Comey, il direttore dello Fbi, è un politico troppo esperto e navigato, già viceministro della Giustizia scelto da George Bush e poi elevato alla guida del Bureau da Obama, per non sapere che questa sua irruzione in campo a undici giorni dal voto sarà letta come un siluro a Clinton, solleva enormi dubbi politici e può cambiare la dinamica di un’elezione che era ormai incanalata verso la vittoria della signora. Se, come riportano le maggiori reti tv e agenzie, tutto parte da materiale trovato in un computer o smartphone o archivi elettronici di Weiner, ex deputato sotto inchiesta per “sexting”, per corrispondenza erotica con minorenni, il collegamento con Hillary può essere soltanto indiretto. E il direttore dello Fbi deve dire in fretta alla nazione che cosa ci sia in quel “nuovo materiale” per non lasciare l’impressione di uno “sporco trucco” alla Nixon 1972 o di un’avventatezza imperdonabile.
La riapertura dell’inchiesta non significa infatti che in quel misterioso “nuovo materiale” trovato frugando negli sms dell’ex deputato, ci siano prove di reati, di falsa testimonianza o di violazioni criminali delle norme di correttezza e trasparenza imposte a chi governa. Ma poiché in undici giorni nessuna inchiesta può essere condotta o conclusa su, presumibilmente, migliaia di email, resterà la nube tossica del sospetto di doppiezza, arroganza, mendacità e indifferenza alle regole che da trent’anni circonda i Clinton e nutre i loro nemici. E portò all’impeachment, all’incriminazione e al processo del Presidente non per il sesso con una stagista, ma per avere mentito alla nazione e alla magistratura inquirente.
La pericolosità della “Bomba d’Ottobre” sta nel colpire Hillary nel cuore della sua massima vulnerabilità, che è la doppiezza, la poca credibilità e il senso di inviolabilità che i Clinton trasmettono, muovendosi come se nulla potesse o possa toccarli. Oggi nessuno sa ufficialmente che cosa abbia trovato lo Fbi per giustificare la riapertura delle indagini. Né si capisce se ci sia anche in questo caso la sapiente manina di quegli hacker a senso unico che diffondono, dal Cremlino via Wikileaks, sempre e soltanto materiali rubati ai Democratici, ma mai ai Repubblicani.
Come l’ignobile apologia della prepotenza sessuale rivelata nella registrazione fuorionda del programma “Access Hollywood” dannò Trump e ancora giustamente lo perseguita, così la “emailgate”, lo scandalo della “estrema incoscienza”(così la definì proprio lo Fbi) della signora nelle sue comunicazioni alla Segreteria di Stato zavorrerà Clinton fino all’8 novembre. Già 17 milioni di elettori negli Stati hanno votato, ma sono soltanto una frazione degli oltre 100milioni che alla fine voteranno e dieci giorni sono pochi per limitare i danni della “Sorpresa”. Se lei dovesse perdere elezioni che sembrava avere già vinto, gli storici di domani guarderanno al 28 ottobre come al giorno in cui la Presidenza americana cambiò di colore. E l’America, costretta a scegliere fra un imbonitore narciso e una bugiarda troppo furba, si rassegnò a consegnarsi all’imbonitore.