Il Sole 29.10.16
L’Fbi gela la corsa di Hillary
Riaperta l’inchiesta sulle mail della candidata democratica, Trump esulta
di Marco Valsania
NEW
YORK La campagna di Hillary Clinton per la Casa Bianca è di nuovo
scossa dallo scandalo delle email. Il direttore dell’Fbi James Comey,
accusato in passato dai repubblicani di aver insabbiato le indagini sul
candidato democratico, ha annunciato la riapertura immediata
dell’inchiesta dopo aver scoperto nuove missive elettroniche che
Clinton, quando era segretario di Stato, potrebbe aver gestito in modo
irregolare o violando norme di sicurezza nazionale attraverso il suo
server privato. Le email sarebbero state rinvenute in gadget sequestrati
a Huma Abedin, stretta collaboratrice di Clinton, e all’ex marito
Anthony Wiener, travolto da ripetuti casi di sexting, di esibizionismo
sessuale via smartphone.
La “Sorpresa di Ottobre”, come sono
battezzate le notizie-shock che emergono alla vigilia delle urne in
America, è bastata a innervosire i mercati. Le borse, dove una vittoria
della Clinton l’8 novembre è stata finora considerata molto probabile,
hanno invertito la rotta e perso quota. In mattinata erano state
sostenute da dati incoraggianti su una crescita del 2,9% del Pil nel
terzo trimestre che favorivano proprio Clinton quale erede delle
politiche economiche di Barack Obama.
È presto per conoscere la
gravità delle nuove rivelazioni, se risulteranno una mini-sorpresa o
avranno ripercussioni sul voto. La mossa di Comey ha tuttavia sollevato
ancora una volta incognite sul carattere della Clinton, perseguitata
nell’opinione pubblica da sospetti su onestà e trasparenza.
L’organizzazione WikiLeaks ha continuato a rendere note in questi giorni
email sottratte ai server del partito democratico - a detta
dell’intelligence americana frutto di hacker pilotati da Mosca - che
mettono in luce, spesso una luce sgradevole, l’intreccio di affari
personali e politici di Hillary e Bill Clinton e della loro Fondazione.
Sia Hillary che il rivale repubblicano Donald Trump, dopo mesi di
campagna elettorale, restano i candidati presidenziali meno amati nella
recente storia del Paese.
Trump, indietro nei sondaggi e nella
raccolta di finanziamenti, ieri è subito partito all’assalto. «È
l’occasione per correggere un grave errore nella giustizia», ha detto
delle nuove indagini durante un comizio a Manchester in New Hampshire,
salutato da slogan dei sostenitori che inneggiavano all’arresto della
Clinton. «Riaprono il caso sulla sua condotta criminale e illegale che
minaccia la sicurezza degli Stati Uniti», ha continuato. E ancora: «La
corruzione di Hillary è senza precedenti, non possiamo permetterle di
portare trame criminali nell’Ufficio Ovale». Clinton non ha
immediatamente risposto ai nuovi sviluppi, diretta in Iowa per tappe in
uno stato incerto con entrambi i candidati al 44% dei consensi.
A
fare scalpore è rimasto tuttavia anzitutto Comey, che tra luglio e
settembre in Congresso aveva dichiarato del tutto conclusa l’inchiesta
sulle oltre 30mila email ufficiali e personali della Clinton gestite da
un server nel seminterrato di casa, senza far scattare incriminazioni
pur definendo il comportamento dell’ex segretario di Stato «estremamente
irresponsabile». Ora ha reso nota la sua marcia indietro in una lettera
indirizzata proprio al Parlamento. Un messaggio che chiarisce
l’obiettivo delle indagini, se non ancora i dettagli del nuovo
materiale: gli agenti federali intendono verificare se l’inedito “plico”
di posta elettronica contenga informazioni top secret.
«In
relazione a un separato caso, l’Fbi è venuto a conoscenza dell’esistenza
di email che sembrano pertinenti alle indagini - ha affermato Comey -.
Vi scrivo per informarvi che la squadra investigativa mi ha indicato
ieri, e io concordo, che l’Fbi dovrebbe decidere appropriati passi
d’indagine per consentire agli inquirenti di esaminare queste email,
determinare se contengano informazioni classificate e valutarne
importanza». Comey ha aggiunto di «non poter esprimere un giudizio» sul
rilievo del materiale e di non sapere «quanto tempo occorrerà per questo
addizionale lavoro». È però essenziale, ha aggiunto, «aggiornare le
vostre Commissioni sui nostri sforzi».