venerdì 28 ottobre 2016

Repubblica 28.10.16
Dall’elogio del Congresso di Vienna alle crociate come liberazione quando la storia diventa un’opinione
In libreria il nuovo saggio di Paolo Mieli, “In guerra con il passato”
di Lucio Villari

In libreria il nuovo saggio di Paolo Mieli, “In guerra con il passato” Un viaggio tra i casi di studiosi che, facendo opera di revisione, smascherano, dissacrano e a volte falsificano il racconto degli eventi
«L’Historia si può veramente deffinire una guerra illustre contro il Tempo.....»: così comincia I promessi sposi. Una presa in giro dei libri di storia e del modo di scriverla quando era solo un genere vagamente letterario. Ma l’ironia manzoniana coglieva un segno. Nel senso che nel ‘600 vi era veramente una sfida al passato, ai ricordi, alle cose tramandate, per cogliere risvolti segreti, trame, giochi di potere (i famosi arcana imperii), nascoste “ragioni di Stato” e anche falsi e manipolazioni. Con intenti, però più mirati e più etici, aveva iniziato questa pratica, a metà ‘400, Lorenzo Valla contestando totalmente, con strumenti filologici e logici, la falsa “Donazione di Costantino” inventata dalla Chiesa per legittimare il potere temporale.
Credo che con Valla si può fare iniziare la storiografia seria in Italia. Seguiranno Machiavelli, Guicciardini e pochi altri che si occuparono di storia antica e contemporanea in modo critico, ideologico, filosofico. Il metodo poi dilagò in Europa degradandosi anche in servile arte di esaltare i potenti, o di inseguire i dietro le quinte, i misteri ecc. La storiografia poi divenne una scienza e fu anche elogiata come scrittura autonoma rispetto a quella letteraria e come stile narrativo (per Croce fu «ridotta», con ragione, «sotto il concetto generale dell’arte»). La scienza storica ha però sempre coabitato con la non-scienza storica di criticare se stessa in un modo molto semplice: dissacrando, e ribaltando eventi, personaggi apparentemente indiscutibili nel loro essere avvenuti e vissuti, alla ricerca della loro vera verità che spesso la storiografia scientifica ha creduto di fissare una volta per tutte.
La cosa ha funzionato e funziona sia perché il passato non può difendersi, sia perché, in questi casi il meccanismo narrativo o fantasioso può fare di non-studiosi degli “storici” piacevoli e leggibili, sia perché il meccanismo strettamente scientifico, filologico degli storici veri può fare delle loro ricerche una produzione di noia “accademica”. Di qui il successo di giornalisti-storici, di romanzi storici, di film e fiction televisive d’argomento storico, dove in realtà la storia è quasi sempre pasticciata e confusa.
Dunque, la storia come guerra contro il tempo oppure “con il passato”, per fare una sorta di necessaria pulizia storiografica. Con questo spirito Paolo Mieli ha riunito sotto il titolo, appunto, In guerra con il passato, suoi testi, recensioni, piccoli saggi di storia varia, dai tempi antichi a oggi. Il sottotitolo precisa: La falsificazioni della Storia.
È un gioco divertente e interessante condotto su libri di storici, anche recenti, che, a loro dire, hanno messo in luce la controstoria di tante cose (potrò farne solo un breve elenco) del passato considerate finora inamovibili nell’interpretazione o nel racconto che di essi si è fatto. Alcune “rivelazioni” sono giuste e opportune, altre sono invece le opinioni di questi storici. Cosa dire di queste ultime? Mieli non sa decidersi e preferisce, come scrive nell’introduzione, accogliere il tutto con «una buona dose di imperturbabilità».
Facciamo qualche esempio. Secondo lo storico Brian Vick, il Congresso di Vienna non avviò veramente la Restaurazione. Detta così può anche esser vero. Ma perché Vick e anche Mieli non ricordano che la Santa Alleanza, nata da quel congresso, ha schiacciato tutti i movimenti di liberazione degli anni ‘20 e ‘30 dell’Ottocento in Europa? Un altro storico, Jonathan Israel, ha dichiarato che il Terzo Stato, in Francia, «non includeva praticamente nessun uomo d’affari, banchiere, imprenditore, né persone che esercitassero una delle occupazioni della borghesia medio-alta». Evidentemente Israel non sa che il Terzo Stato non solo includeva questi signori, ma includeva tutti coloro che contavano e lavoravano tranne i servi o domestici. Un altro storico, Christopher Tyerman, contesta che le crociate siano state come le conosciamo e che l’attuale “teologia della liberazione” in fondo copi quella “santa violenza”: e così via. Decine di dissacrazioni della storia ufficiale. Alcune sono utili, ma molte altre fanno cadere la braccia. Chi ne voglia sapere di più può solo leggere questo volume.
IL LIBRO In guerra con il passato di Paolo Mieli ( Rizzoli, pagg. 280, euro 20).