Repubblica 28.10.16
Perché No
Gaetano Quagliariello
“Finta stretta i veri costi restano intatti”
“La parità donne-uomini al Senato sarà impossibile, sia per il rinnovo continuo che per la sua composizione”
ROMA.
Il limite agli stipendi dei consiglieri regionali e dei nuovi senatori,
e l’abolizione dei finanziamenti ai gruppi regionali, spesso al centro
di inchieste su abusi e truffe, non rappresentano, senatore Gaetano
Quagliariello, un taglio opportuno ai costi della politica?
«Il
risparmio sarà irrisorio. Senza contare i rimborsi per le trasferte a
Roma dei consiglieri regionali eletti senatori: con gli scontrini
abbiamo già dato. L’esperienza del Titolo V insegna che una riforma
sbagliata costa al Paese molto più di ciò che può far risparmiare. La
verità è che i veri costi della politica, fuori dai riflettori, nessuno
li tocca: si pensi alle municipalizzate».
Si potrà arrivare anche
alla rimozione dei governatori in caso di grave dissesto delle Regioni.
Ma sia questa norma che il tetto agli stipendi non si applicheranno alle
regioni a statuto speciale. È giusto così?
«La riforma determina
squilibrio. Servirebbe un sistema ordinato, in cui le Regioni abbiano
uno spazio e ne siano responsabili. Invece, così si crea una differenza
abnorme tra Regioni a statuto ordinario e a statuto speciale. Ad
esempio, alla Lombardia potrebbe essere azzerata ogni potestà, mentre
alla Sicilia viene lasciato arbitrio assoluto. Inoltre, il governo
potrebbe usare le sue prerogative per fini politici: lo scontro tra
Renzi ed Emiliano è un esempio di cosa potrebbe accadere ».
Viene
introdotto in Costituzione il principio dell’equilibrio tra donne e
uomini nella rappresentanza, da promuovere nelle leggi elettorali
regionali, oltre che nazionali. È un passo avanti per la parità?
«Con
il nuovo Senato sarebbe irrealizzabile. Innanzi tutto perché si rinnova
a ciclo continuo. In secondo luogo, poiché i senatori non
rappresenterebbero la Regione ma i partiti, in molte Regioni a un
partito toccherà il senatore- consigliere e a un altro il
senatore-sindaco, senza garanzia che i due siano di sesso diverso. Non
ci sarà parità di genere né proporzionalità nella rappresentanza: due
principi scritti in Costituzione ma inattuabili».